Opposizione in pressing: «Si dimetta» Dal Pd 4 milioni di lettere alle famiglie

«In nessun paese civile - dice D'Alema - una persona rinviata a giudizio per reati così turpi e vergognosi resterebbe al suo posto». Il Cavaliere, però, ostenta tranquillità e subito anche Pier Luigi Bersani lo gela con sarcasmo: «Berlusconi è l'unico al mondo a non essere preoccupato, il che dimostra il fatto che egli è irresponsabile poiché non capisce le conseguenze per il Paese della sua permanenza al governo». Per questo, ha ribadito per l'ennesima volta Bersani, «è necessario che compia un passo indietro».
È indubbio, sottolinea Bersani, che «abbiamo problemi enormi in questo Paese anche se vengono sottaciuti, abbiamo un disastro nell'immagine internazionale e credo che dovrebbe esserci un coro di voci che dicessero a Berlusconi fai un passo indietro; questa richiesta non può venire solo dalla voce dell'opposizione». Intanto, i democratici vanno avanti con la mobilitazione straordinaria: oltre 4 milioni di moduli per chiedere le dimissioni del premier saranno recapitati nei prossimi giorni a casa delle famiglie italiane, e nelle piazze al via 5mila gazebo.
Di Pietro, invece, va avanti sul terreno referendario: l'idea dell'Idv è di rispondere «alle rassicuranti parole di Berlusconi» unendo la chiamata alle urne per il referendum contro il legittimo impedimento con il ballottaggio delle prossime elezioni amministrative. «Si può votare nello stesso giorno - assicura Di Pietro, di fatto mettendo in fibrillazione la maggioranza - così gli italiani avranno finalmente la possibilità di mettere fine al berlusconismo». Per portare avanti la sua richiesta di election day, che la maggioranza vuole scongiurare in tutti i modi, Di Pietro ha scritto una lettera al Viminale e ha lanciato una raccolta di firme. In caso di improbabile ok da parte di Maroni l'accorpamento potrebbe essere realizzato il prossimo 29 maggio. «È il naturale sbocco propositivo della protesta di piazza, cui bisogna dare una risposta - ha rincarato Di Pietro - perché Berlusconi è Mubarak all'ennesima potenza: almeno quello la piazza l'ha ascoltata. Dobbiamo dare ai cittadini un obiettivo, superando il 50% al referendum c'è la possibilità di mandare Berlusconi a casa. Questo è un referendum plebiscitario tra chi vuole il governo Berlusconi e chi non lo vuole. Diamo a Berlusconi il giudizio del popolo che lui stesso chiede».
D'altra parte, il leader dell'Idv cerca la sponda leghista, non tanto in Bossi quanto «nel popolo, nella base del Carroccio». E anche D'Alema ieri ha ribadito che sul federalismo «è possibile trovare un accordo con la Lega» spiegando che «in una democrazia è naturale che ci si rivolga a chi nella maggioranza è un partito, perché il Pdl appare più come una somma di cortigiani».
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