Obama riduce gli arsenali nucleari

Obama è deciso a smantellare migliaia di testate dell'arsenale nucleare degli Stati Uniti. Ma il presidente americano sarebbe anche intenzionato a respingere l'idea di rinunciare formalmente
al «first strike», rifiutandosi di mettere nero su bianco che l`America non userà mai per prima l'arma atomica.
Sono le due principali indicazioni che emergono alla vigilia della decisione finale della Casa Bianca sulla nuova strategia nucleare degli Usa. Obama ne ha discusso ieri sera con il segretario al Pentagono, Robert Gates, per sciogliere i nodi ancora irrisolti in vista della pubblicazione della Nuclear Posture Review, il documento strategico quadriennale che ogni presidente americano aggiorna durante il suo mandato.
Anticipata dal New York Times, l'idea di «spettacolari riduzioni» nell'arsenale dell'Apocalisse è stata confermata ieri da funzionari dell'Amministrazione, secondo i quali essa sarà parte di una più ampia revisione politica, mirata a ridurre la diffusione di armi nucleari nel mondo. Parte di questo contesto è anche la trattativa sul nuovo Start, l'accordo Usa-Russia per l'ulterioreriduzione di vettori e testate strategiche, ormai considerata in dirittura
d'arrivo, nonostante le riserve di Mosca sui piani di difesa antimissile americani.
Ma la messa a punto della nuova strategia atomica, che rovescerà diverse iniziative decise sotto la presidenza di George W. Bush, deve ancora sciogliere quesiti importanti, a cominciare da quello del «first strike», che sin dalla Guerra Fredda è stato un pilastro della deterrenza nucleare degli Stati Uniti. L'intenzione del presidente Obama di confermarlo lo mette infatti in rotta di collisione con l'ala liberal dei suoi sostenitori, preoccupati che la non-rinuncia al primo colpo lasci aperta l'opzione che gli Stati Uniti usino armi nucleari in risposta ad attacchi chimici o batteriologici, anche contro una nazione che non abbia la bomba.
La Casa Bianca è contemporaneamente nel mirino dei conservatori, che criticano come pericolosa e ingenua la visione di un mondo senza armi atomiche, lanciata da Obama nella primavera scorsa a Praga. Un progetto di lungo periodo ma tanto più rischioso, argomentano gli oppositori, di fronte all'intensificarsi delle ambizioni nucleari di Paesi come Nord Corea e Iran. All'idea di una nuovacooperazione globale per frenare la proliferazione delle armi atomiche sarà dedicato il vertice mondiale, voluto da Barack Obama a Washington in aprile.
Molti elementi del nuovo vangelo strategico americano sono già acquisiti. Fra questi, come hanno confermato i funzionari della Casa Bianca, l'impegno a non sviluppare nuovi ordigni atomici, compresi i cosiddetti bunker-buster, le bombe di profondità anti-bunker che erano nei programmi dell'Amministrazione Bush. Gli Usa intendono inoltre costruire una nuova classe di armi difensive convenzionali, chiamata «Prompt Global Strike», in grado di partire dal territorio americano e colpire qualsiasi obiettivo nel mondo in meno di un'ora. Questo darebbe per esempio al Pentagono un'opzione non-nucleare, per colpire duramente al-Qaeda in Pakistan,
ovvero per un'azione preventiva contro il lancio di un missile dalla Corea del Nord. Ma ciò non significa che non ci saranno più investimenti nel nucleare militare: Obama ha infatti già annunciato stanziamenti di miliardi di dollari per ammodernare i poligoni americani, in modo da aumentare l'affidabilità anche di un arsenale ridimensionato. Secondo il New York Times, che cita altri funzionari Usa, l'Amministrazione avrebbe anche contattato discretamente gli alleati europei per discutere l'eventualità del ritiro delle armi nucleari tattiche spiegate oltre Atlantico, in diversi Paesi, fra i quali probabilmente anche l'Italia.
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