Il nuovo flirt con il cavaliere irrita Emma e scatena i blogger. Pannella vuol provarci lo stesso

Essere leader indiscusso, indiscutibile e carismatico non significa, giocoforza, riuscire a convincere i vertici e la base sulla bontà delle proprie tesi, specie se le tesi sono considerate "irricevibili". È l’ultima idea di Marco Pannella («il dovere civile di aiutare le istituzioni disastrate» e quindi il governo Berlusconi) ha provocato una frattura netta nel partito radicale, con Emma Bonino che si è subito messa di traverso e i simpatizzanti che hanno sfogato tutta la loro rabbia sul web, scegliendo l’arma di Facebook e "sintonizzandosi" sulla bacheca del "capo" per dirgliene di tutti i colori. A nessuno è piaciuta la prospettiva di far durare la legislatura «più in là possibile», magari «fino alla fine». E non è piaciuto nemmeno il colloquio che Pannella ha avuto con La Stampa, nel quale ha ribadito che «sorreggere le istituzioni è un dovere repubblicano», aggiungendo in modo esplicito: «Ci siamo già visti due volte col Cavaliere, ci rivedremo in settimana, possiamo trovare un’intesa». Poi ha specificato: «Trattiamo, vediamo cosa ci offre. Berlusconi almeno quando dice di volerci vedere poi mi fissa subito un incontro, Rosy Bindi e Bersani mi hanno sempre detto "ci incontriamo", e li hai mai visti?». Del resto, per tradizione, i radicali non hanno mai sbattuto la porta in faccia a nessuno: «Noi dialoghiamo, certo - ha spiegato Pannella - è il comandamento lasciatoci da Pasolini quando ci spedì il suo testamento "abbiamo dialogato anche con le meretrici, figurarsi"...».
La capacità di trovare la "scusa" politica più convincente, tra analisi della realtà e bagaglio storico-culturale del movimento, è indubbia. Ma viene il sospetto che l’«aiutino» al Cavaliere (nemmeno tanto inaspettato) sia una mossa strategica che ha l’obiettivo di restituire a Pannella quel protagonismo politico che negli ultimi mesi è venuto un po’ a mancare, anche a causa di una certa cannibalizzazione da parte del Pd. E arriva l’arringa difensiva: «Mi accusano di andare avanti a zig zag, una volta con la destra e una con la sinistra? Noi da trent’anni siamo per le stesse cose, divorzio, aborto, legalità. Ora si fissano sulle escort, ma è legalitario Bersani che ha coperto la situazione lombarda, ha coperto Formigoni, al quale poteva subentrare Cappato, o il povero Penati? Qui c’è la totale incapacità politica del Pd; e allora che facciamo, nuove elezioni?».
La prima a uscire allo scoperto è stata la Bonino. «Capisco questa iniziativa di Marco quando dice che bisogna scommettere il pochissimo probabile contro il molto possibile. Ma io rispetto a lui ho meno fiducia, Berlusconi non mi pare più in grado di gestire alcunché politicamente parlando, non lo ha fatto nemmeno in periodi meno turbolenti, e non vedo perché dovrebbe farlo adesso», ha detto a Radio Radicale. «Capisco che la gente possa essere un po’ sconcertata perché è tutto polarizzato su Berlusconi sì o no, ma prima di parlare di tradimenti consiglierei un po’ di prudenza perché è già stato detto e non è avvenuto, né penso che avverrà».
I problemi più grossi arrivano dalla base, il popolo radicale è in rivolta. Basta curiosare sulla bacheca facebook di Pannella per trovarne conferma. Di commenti ce ne sono parecchi e la maggior parte sono negativi, salvo quelli di coloro che "obbediscono" quasi come atto di fede, avendolo sempre fatto per decenni. Paola ammonisce («non si può andare con quella gentaglia là») mentre Mauro si rivolge direttamente al leader: «Marco, ti ho sempre stimato, ma che c’entri con quello li?».
«Se ci sono tanti tapini che come me non capiscono - scrive invece Vincenzo F. - forse ti dovresti chiedere se riesci a comunicare in modo chiaro. Alcuni giornali hanno scritto che hai promesso a Berlusconi otto-nove voti. È corretto o scrivono fandonie? Se è vero, sappi che non sono d’accordo». Di poche parole, invece, la "sentenza" di Carmine: «Che vergogna se fai il salto». Riccardo, a sua volta, avverte: «Se salvate Berlusconi perdete l’anima» mentre Toni si tormenta: «... Così passeremo i prossimi dieci anni a dover spiegare che non avevamo mai voluto appoggiare Berlusconi. Che palle!». Per Riccardo "bis", «è un grande errore tenere attaccata la spina». Una situazione, quella del web, che sembra ben chiara a Pannella. Che, sempre alla Stampa, aveva già confessato: «Ho letto seicento mail, molti mi danno del traditore, mi coprono con una marea di insulti. Rispondo così: stiamo contrattando? Evvabbè, sì, vedremo cosa avremo ottenuto o cosa avremo tentato di ottenere e al congresso tireremo le somme». E poi: «Chiederemo delle cose, dei fatti, che parlino al popolo».
Il leader radicale ministro della Giustizia del governo Berlusconi? «Certo, lo vedrei benissimo - ha risposto a sua volta la deputata Rita Bernardini, altra "voce" che conta parecchio nel partito. «Ma in questo momento non è nelle cose». E la stessa Bernardini sottosegretario con delega alle carceri? «Evidentemente stiamo parlando di fantascienza», ha tagliato corto la diretta interessata. Scettico Benedetto Della Vedova: «Il dialogo è una delle cifre principali del radicalismo pannelliano - dice l’esponente di Fli non mi stupirebbe un patto con il diavolo da parte di Pannella per ottenere qualcosa di buono per il Paese. Ma temo sia impossibile ottenere qualcosa di buono sulle riforme più importanti, come quelle economiche e la giustizia, che non sono state fatte finora».
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