Nuovi affari al sole africano

Dalla Rassegna stampa

La missione ha fatto prima tappa ad Accra, in Ghana, per spostarsi poi a Dakar, in Senegal. Un viaggio a cui si sono aggiunte la settimana successiva altre due puntate ad Abidjan, Costa d’Avorio, e Freetown, Sierra Leone. Così nella prima metà di gennaio, il ministro degli Esteri Emma Borino ha riallacciato i rapporti con Paesi africani dai quali la nostra diplomazia mancava anche da un decennio. Dieci anni in cui il reddito pro capite del continente nero è cresciuto mediamente di oltre il 30%, gli investimenti esteri diretti sono più che triplicati, il tasso di scolarizzazione è aumentato del 48%: ovvio quindi che nell’agenda del ministro i temi di cooperazione economica fossero almeno importanti quanto quelli di natura politica e umanitaria.

Del resto, pure una nazione tormentata come la Costa d’Avorio, che è uscita da una guerra civile solo in tempi recenti, ha ripreso a crescere a ritmi record, con un aumento del pil dell’8,9% nel 2013, che dovrebbe arrivare quest’anno a sfiorare il 10%. L’ex colonia francese è già oggi l’economia più forte dell’Unione monetaria dell’Africa occidentale grazie alle sue risorse naturali: prima produttrice mondiale di cacao, e terza di caffè, la Costa d’Avorio può contare anche su grandi coltivazioni di zucchero, palma da olio, noci e frutta tropicale, ma non dispone quasi di nessuna azienda di trasformazione agroalimentare, tant’è che è costretta a importare di tutto. Una delle poche realtà del settore è per l’appunto del nostro Paese, e cioè la reggiana Castelli, che ad Abidjan ha aperto uno stabilimento per la produzione di tonno (Altomar), con circa mille addetti e un investimento di oltre 15 milioni di euro. Ma nella capitale ivoriana sono già sbarcate anche la compagnia di navi cargo Ignazio Messina, la casa farmaceutica Olea Agipro (Umaline), la milanese Ortea (trasformatori elettrici) e il gruppo di costruzioni Trevi. D’altronde il settore immobiliare è in grande espansione nella città, con una richiesta di nuovi alloggi stimata intorno alle 90 mila unità.

Opportunità anche nel settore dei trasporti, visto che le autorità locali intendono procedere al rinnovo del parco veicoli della capitale, che comprende autobus, taxi e battelli lagunari vecchi di vent’anni. Di questo e altro si parlerà nel forum d’investimenti Ici 2014 ad Abidjan dal 29 gennaio al primo febbraio, al quale sono attesi oltre 1.500 operatori internazionali. Più sviluppato il Ghana, ricco non solo di commodity agricole (sempre cacao e caffè, zucchero e frutta), ma anche di oro, diamanti, manganese, bauxite. E poi gas e petrolio, due risorse scoperte di recente che hanno trasformato la nazione in una delle economie emergenti dell’Africa subsahariana. Oltre all’Eni però, che sta esplorando un giacimento di petrolio marino (Sankofa Est 2A) dal potenziale di 450 milioni di barili, la presenza italiana è limitata alle costruzioni, con aziende di serramenti e arredamento che beneficiano del forte impulso dato all’edilizia residenziale ad Accra e dintorni.

Buone anche le prospettive turistiche lungo la costa, dove le strutture ricettive sono ancora scarse. Ma opportunità di investimento maggiori potrebbero aprirsi a breve in Mozambico che si prepara a ricevere a maggio una missione di sistema guidata sempre dalla Bonino. Nelle acque della costa settentrionale, a 80 chilometri da Capo Delgado, l’Eni ha scoperto un immenso giacimento di gas (che potrebbe valere oltre 200 miliardi di metri cubi). E questa scoperta, l’ennesima, potrebbe far da traino allo sviluppo dell’ex colonia portoghese e all’emergere di una nuova classe media. Nell’attesa che arrivi Ermenegildo Zegna, che ha già annunciato l’apertura di un negozio a Maputo, nella capitale mozambicana si sono insediate Parmalat (latticini) e Cremonini (carni), Sfir (zucchero) e Igo Samrnartini (riso). In forte espansione anche il turismo che sta beneficiando del miglioramento dell’offerta ricettiva nelle località costiere a Nord di Maputo, ma vede gli operatori italiani buoni ultimi, alle spalle di sudafricani e tedeschi, svizzeri e portoghesi e persino cinesi

 

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