"Nuova tassa globale sulle banche". Intesa tra Londra, Parigi e Berlino

Germania, Francia e Regno Unito, i "big three" dell’economia e della politica nell’Unione europea, sono sostanzialmente d’accordo per lanciare come iniziativa comune al più presto la proposta di una tassa sulle banche a livello europeo e se possibile globale, sull’esempio della decisione già presa a livello nazionale da Berlino.
Lo ha detto il primo ministro britannico, Gordon Brown, in una lunga intervista al Financial Times, illustrando i punti principali dell’idea. Un’iniziativa che, apparentemente, è presa a tre, appunto da britannici, francesi e tedeschi, i quali a quanto è dato di capire nelle consultazioni in merito non avrebbero sentito il parere dell’Italia. Intanto il vertice della Federal reserve teneva ieri pomeriggio una riunione a porte chiuse, apparentemente per discutere del tasso di sconto.
«I governi delle economie più avanzate», ha detto Brown al Financial Times, «sono più vicini a un accordo sulla tassa di responsabilità globale». Insomma l’intesa a livello politico tra Downing Street n°10, la Cancelleria federale e l’Eliseo già c’è, si tratta di affinare i dettagli.
Tra Regno Unito, Francia e Germania, ha aggiunto il premier laburista, esiste in merito un ampio consenso, «e auspichiamo anche l’adesione degli Stati Uniti». L’annuncio segue di pochi giorni un vertice informale tra Gordon Brown e la Cancelliera Angela Merkel a Londra, e intensi colloqui tra i ministeri delle Finanze francese e tedesco.
Sui tempi di lancio della proposta di estendere a livello europeo e internazionale il modello tedesco, Brown non si è sbilanciato. Il che non sorprende, dato che Londra è a un passo dalle elezioni politiche che (pur sullo sfondo dell’incertezza degli ultimi sondaggi e del recupero dell’attuale capo dell’esecutivo)
potrebbero cacciare il New Labour all’opposizione. Egli ha definito poco probabile l’ipotesi che la tassa globale sulle banche possa essere decisa già al G20 (il vertice dei leader delle economie più importanti del mondo) nel prossimo giugno in Canada, mentre si è mostrato più ottimista sulla possibilità che la scelta venga varata perla riunione successiva, in programma in Corea a novembre. In ogni caso, se ne discuterà a livello europeo già a metà aprile, alla riunione Ecofin (il consulto dei ministri economici e
finanziari) in programma a Madrid. Lo ha confermato la ministro dell’Economia spagnola, Elena Salgado: «Se l’Europa dovesse finalmente decidere di imporre una tassazione sul settore finanziario, anche noi faremmo la nostra parte». La tassa sulle banche è stata già decisa dal governo di coalizione tra cristiano-conservatori (Cdu-Csu) e liberali (Fdp) al potere in Germania, guidato da Angela Merkel.
Quello su cui invece si continua a litigare tra Berlino e gli altri partner europei è la Grecia. Stavolta il pomo della discordia è il tasso di interesse da applicare ad Atene nel caso in cui il governo greco facesse ricorso al pacchetto di aiuti varato dalla Ue: tra il 6 e il 6,5%, sostengono i tedeschi, tra il 4 e il 4,5% dicono gli altri. Ad Atene intanto si guarda con fiducia al futuro: anche se la situazione greca resta difficile il peggio è alle spalle, ha detto il premier Papandreou nel suo messaggio di auguri al paese: «Pasqua è strettamente legata alla speranza, al potere della gioia e all’inizio della primavera».
E ieri il suo vice Theodoros Pangalos ha messo in guardia il Portogallo, sul quotidiano Jornal de Negocios: «Spero che la solidarietà prevalga e si trovi una via d’uscita a questa escalation-ha detto il politico -. Ma se questo non succede, la prossima probabile vittima sarà il Portogallo».
Lo ha detto il primo ministro britannico, Gordon Brown, in una lunga intervista al Financial Times, illustrando i punti principali dell’idea. Un’iniziativa che, apparentemente, è presa a tre, appunto da britannici, francesi e tedeschi, i quali a quanto è dato di capire nelle consultazioni in merito non avrebbero sentito il parere dell’Italia. Intanto il vertice della Federal reserve teneva ieri pomeriggio una riunione a porte chiuse, apparentemente per discutere del tasso di sconto.
«I governi delle economie più avanzate», ha detto Brown al Financial Times, «sono più vicini a un accordo sulla tassa di responsabilità globale». Insomma l’intesa a livello politico tra Downing Street n°10, la Cancelleria federale e l’Eliseo già c’è, si tratta di affinare i dettagli.
Tra Regno Unito, Francia e Germania, ha aggiunto il premier laburista, esiste in merito un ampio consenso, «e auspichiamo anche l’adesione degli Stati Uniti». L’annuncio segue di pochi giorni un vertice informale tra Gordon Brown e la Cancelliera Angela Merkel a Londra, e intensi colloqui tra i ministeri delle Finanze francese e tedesco.
Sui tempi di lancio della proposta di estendere a livello europeo e internazionale il modello tedesco, Brown non si è sbilanciato. Il che non sorprende, dato che Londra è a un passo dalle elezioni politiche che (pur sullo sfondo dell’incertezza degli ultimi sondaggi e del recupero dell’attuale capo dell’esecutivo)
potrebbero cacciare il New Labour all’opposizione. Egli ha definito poco probabile l’ipotesi che la tassa globale sulle banche possa essere decisa già al G20 (il vertice dei leader delle economie più importanti del mondo) nel prossimo giugno in Canada, mentre si è mostrato più ottimista sulla possibilità che la scelta venga varata perla riunione successiva, in programma in Corea a novembre. In ogni caso, se ne discuterà a livello europeo già a metà aprile, alla riunione Ecofin (il consulto dei ministri economici e
finanziari) in programma a Madrid. Lo ha confermato la ministro dell’Economia spagnola, Elena Salgado: «Se l’Europa dovesse finalmente decidere di imporre una tassazione sul settore finanziario, anche noi faremmo la nostra parte». La tassa sulle banche è stata già decisa dal governo di coalizione tra cristiano-conservatori (Cdu-Csu) e liberali (Fdp) al potere in Germania, guidato da Angela Merkel.
Quello su cui invece si continua a litigare tra Berlino e gli altri partner europei è la Grecia. Stavolta il pomo della discordia è il tasso di interesse da applicare ad Atene nel caso in cui il governo greco facesse ricorso al pacchetto di aiuti varato dalla Ue: tra il 6 e il 6,5%, sostengono i tedeschi, tra il 4 e il 4,5% dicono gli altri. Ad Atene intanto si guarda con fiducia al futuro: anche se la situazione greca resta difficile il peggio è alle spalle, ha detto il premier Papandreou nel suo messaggio di auguri al paese: «Pasqua è strettamente legata alla speranza, al potere della gioia e all’inizio della primavera».
E ieri il suo vice Theodoros Pangalos ha messo in guardia il Portogallo, sul quotidiano Jornal de Negocios: «Spero che la solidarietà prevalga e si trovi una via d’uscita a questa escalation-ha detto il politico -. Ma se questo non succede, la prossima probabile vittima sarà il Portogallo».
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU
- Login to post comments