Numeri. Il gioco delle mozioni

Dalla Rassegna stampa

Le mozioni di sfiducia non sono mai state, fino a ieri, né due né tre. Non sono tre perché al Senato la mozione è stata presentata dalla maggioranza: trattasi, dunque, di mozione di fiducia. Non sono due perché, alla Camera, l’unica mozione effettivamente depositata e quella di Pd-Idv, forte di 224 firme (esclusi i 6 radicali, ma compresi i due deputati Idv transfughi: le loro firme, cioè, sono ancora in calce ad essa): la mozione è la numero 1-00492, la dicitura è «mozione Franceschini, Donadi e altri», la seduta pubblica nella quale sarà discussa è la n. 407, e il testo esprime, ai sensi dell’articolo 94 della Costituzione, la propria sfiducia al Governo. E quella del Terzo Polo? Fino a ieri, ancora non era stata depositata, ma ieri pomeriggio veniva finalmente depositata messa in votazione per la giornata odierna insieme alla prima, quella di Pd e Idv: sara effettuata, cioè, un’unica votazione su entrambe, non due distinte. Annunciata il 3 dicembre e forte (all’annuncio) di 85 firme, il testo della mozione terzopolista era molto ‘politico’. Problemino: in calce alla mozione, risultano 310 firme, non 85: la cifra può voler dire una sola cosa. Alle firme terzopoliste (in realtà sempre state 84, mai 85: 34 Fli, esclusi Fini, per prassi, e Catone, 35 Udc, 6 Api, 5 Mpa, 3 Libdem, compreso Grassano, che poi s’è sfilato, 2 del Misto: La Malfa e Guzzanti) sono state aggiunte, ex abrupto, 224 firme di Pd-Idv (sempre compresi Razzi e Scilipoti) più quella dell’altro esponente del Misto (Giulietti), escluso invece il valdostano Nicco. Totale: 310.

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