Nucleare, Realacci accusa: intesa capestro con la Francia, pagheranno tutti gli italiani

Dalla Rassegna stampa

Arriverà oggi a Parigi il placet politico agli accordi tecnici sul nucleare chiusi a marzo tra Italia e Francia. Nel bilaterale tra Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi il capitolo energia è di quelli pesanti. C`è attesa per l`accordo definitivo che Areva e Ansaldo Nucleare, società controllata da Finmeccanica, dovrebbero firmare: l`intesa prevede che le due società collaborino alla costruzione dei reattori delle future centrali nucleari italiane a livello ingegneristico e riguarderà anche altre centrali all`estero in particolare in Finlandia e nel Regno Unito. Non è escluso che la collaborazione riguardi anche il secondo Epr francese che sarà costruito a Penly.
PANTALONE
Ma proprio tra le pieghe dell`accordo - di cui gran tessitore è stato l`amministratore delegato Enel Fulvio
Conti - sembra balenare una pesante ipoteca per i cittadini italiani. In una interrogazione presentata ieri,
il parlamentare Pd Ermete Realacci chiede di sapere se nell`intesa con la società Areva sia inclusa una clausola vincolante per l`Italia, «secondo la quale in caso di mancata realizzazione delle centrali nucleari in Italia - si legge - per cause indipendenti dalla volontà del fornitore, lo stesso abbia comunque garanzia ad essere pagato totalmente, con evidente e pesante onere sulle finanze dello Stato italiano». «Si tratterebbe di una clausola capestro - accusa Realacci - Gli italiani devono sapere se in caso di fallimento il conto lo pagherà comunque Pantalone».
I dubbi del parlamentare Democratico non si fermano qui. «Sulla base delle tecnologie attualmente disponibili», spiega Realacci nell`interrogazione parlamentare, «non risulta credibile la motivazione del Governo di puntare sull`energia nucleare come fonte in grado di fornire significative quantità di energia elettrica a prezzi molto più bassi degli attuali. Non a caso l`Enel per gestire finanziariamente la costruzione di centrali nucleari ha chiesto al Governo la certezza dell`acquisto e un prezzo minimo per il Kilowattora nucleare. Un`opzione molto lontana da quella di ottenere un prezzo più basso per l`energia, oltre che una messa in discussione dello stesso mercato elettrico. E sempre più evidente che il piano nucleare di Berlusconi, al di la della propaganda, è tanto incerto quanto antieconomico e azzardato». Ma il governo non si ferma: anzi, fa proclami trionfalistici proprio alla vigilia del vertice. Che però, se i dubbi di Realacci sono fondati, appare tutto sbilanciato in favore dei transalpini.

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