Nucleare: i radicali chiamano Veronesi

Dalla Rassegna stampa
In questi giorni si è ovviamente tornati a parlare di energia nucleare. Il dramma che sta vivendo il Giappone impone un'attenta riflessione su quello che è accaduto. Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani, invita Umberto Veronesi ad una seria riflessione. "Le notizie che giungono dal Giappone - spiega Viale - impongono una riflessione sul programma neonuclearista del governo italiano. La impongono, in particolare, a Umberto Veronesi per la sua troppo entusiastica adesione. Condividendo con lui le stesse opinioni su quasi tutto, a parte appunto il nucleare, mi permetto di chiedergli se non abbia nulla da dichiarare".
"La domanda - aggiunge – è: il nucleare conviene davvero? Mantenere in sicurezza le centrali nucleari rende antieconomico ogni investimento? Non si tratta di arroccarsi oggi sulle suggestive immagini di Fukushima, come un quarto di secolo fa su Chernobyl, esasperando il pericolo delle centrali nucleari, ma di prendere atto che il nucleare non è la politica energetica migliore. Da ambientalisti, i radicali non hanno mai escluso che la ricerca possa un giorno ridurre davvero i rischi al minimo, ma non ci si può rinchiudere in atteggiamenti fideistici". "Del resto - prosegue l'esponente radicale - con Veronesi abbiamo in comune la stessa fiducia nella scienza e nella ricerca scientifica, nonché le stesse battaglie per i diritti individuali, per cui mi auguro che Fukushima possa essere l'inizio di un confronto proficuo anche sul nucleare".
La riflessione di Silvio Viale è giusta, ma nello stesso tempo incompleta Nei giorni in cui l'Europa è inquieta per la guerra civile che sta sconvolgendo la Libia, è necessario riflettere sulla dipendenza italiana dalle fonti di energia dei paesi arabi. La scelta di tornare all'energia nucleare si inserisce nella necessità italiana di trovare fonti di energia alternative.
Questa situazione dovrebbe indurre il governo ad una maggiore attenzione verso le cosiddette energie pulite, ma anche verso il nucleare. Veronesi non risponde per la semplice ragione che la stessa domanda andrebbe proposta ai francesi e a tutti coloro che utilizzano le centrali nucleari. Se i radicali vogliono promuovere un dibattito in materia, dovrebbero anche pensare che il quadro da affrontare è molto più complesso di quanto si creda. Innanzitutto dovremmo chiederci cosa accadrà se Gheddafi continuerà a governare la Libia e quali saranno le condizioni politiche del nuovo quadro. Se non si risponde prima a queste domande, è meglio non avviare nemmeno il confronto.

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