"Nucleare e diritti civili, così ha cambiato il paese"

Dalla Rassegna stampa

Giovanni di Lorenzo, secondo lei che è direttore di Die Zeit, quali sono stati i punti forza della Merkel?

«In queste elezioni sono cambiate due cose che sembravano leggi irreversibili. La prima è che la Cdu finora alle elezioni andava peggio che nei sondaggi, qui è stato l’opposto. La seconda, che i liberali finora ce l’avevano sempre fatta all’ultimo in elezioni federali. Il governo è stato punito dal voto, c’è un grande scontento verso la coalizione uscente. Gli elettori la considerano la peggior prospettiva per il futuro dopo una coalizione Linke-Spd-Verdi. La vittoria personale della Cancelliera e del suo modo di fare».

Perché?

«Lei ha introdotto nel paese il principio di una leadership senza gesti autoritari, senza necessità di umiliare o ridicolizzare le persone con cui lavori o i tuoi avversari. Uno stile collegiale che mira anche a moderare certe situazioni e confronti, e perciò è un modello che fa scuola in Germania. In questi ultimi due anni la Merkel si è resa conto di essere popolare e in certi gruppi persino amata dalla popolazione. Capirlo l’ha resa molto più rilassata».

Qual è stato il momento di svolta?

«Penso sia stato il suo mostrare i nervi saldi durante la crisi dell’euro».

È la vittoria dell’intuito femminile del team Merkel odi uno stile di governo femminile?

«Non categorizziamo troppo, è uno stile nuovo che piace».

Quando nasce?

«Forse la società è più avanti di quanto la classe politica e i media non pensino. Dieci o quindici anni fa si sarebbe ritenuto impossibile che una donnaper di più una donna dell’est senza figli potesse diventare cancelliera. Oggi nessuno si pone nemmeno la domanda. La Merkel ha fatto ancora di più: senza che nessuno battesse ciglio, ha costruito un establishment con un disabile (Schaeuble), un vicecancelliere di origine vietnamita, e un omosessuale ministro degli Esteri. Il cambio d’immagine e di stile è stata la novità più incisiva operata da questo governo nella società. Anche l’uscita dall’atomo l’ha voluta il suo esecutivo. Tutto questo forse poteva farlo meglio una colazione conservatrice che non una di sinistra».

Come cambierà la Germania dopo il voto?

«Queste elezioni cambiano a fondo il paesaggio politico tedesco. C’è il ritorno della Volkspartei, partito di massa radicato nelle città che cerca di rappresentare tutti gli strati sociali. Poi c’è il crollo dei liberali, partito fondatore della democrazia, mentre assistiamo alla nascita d’un partito concorrente alla Cdu, la AfD».

Cosa deve aspettarsi il Sud Europa dalla nuova Merkel?

«Senso di responsabilità per l’Unione come valore politico ed economico. La volontà di risolvere i problemi, da parte tedesca, c’è, la Merkel dà la priorità alla costruzione di una Europa economicamente competitiva: fuori dalla Germania non è stata mai pienamente capita».

 

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