Norme sulla trasparenza: il Salone del libro non è ancora in regola

L’operazione trasparenza è iniziata e la «due diligence» dovrà valutare la situazione finanziaria del Salone del Libro. Ma la Fondazione per il Libro per il libro, la musica e la cultura presieduta da Giovanna Milella, succeduta a Rolando Picchioni, non è ancora in regola con le leggi dell’amministrazione trasparente. Sono quelle che impongono a tutti i soggetti pubblici e a quelli partecipati dal pubblico di mettere on line e rendere consultabili tutti i dati relativi ai conti, agli organi e alle cariche, con vincoli ben precisi. Non si tratta solo di formalità: la legge impone paletti molto rigidi, anche in relazione alle esigenze anticorruzione. Le violazioni portano a sanzioni di diversa natura, tra le quali anche il blocco delle erogazioni dei finanziamenti pubblici, fino a quando non ci si mette in regola. Un precedente che alla Fondazione si è già registrato: lo scorso anno la regione Piemonte ha stoppato un’erogazione di circa 200 mila euro già stanziati. E in effetti, fino a pochi mesi fa, non era visibile quasi nessuno dei dati da rendere noti.
Documenti mancanti
Qualche passo avanti è stato fatto: ci sono gli ultimi bilanci, sono stati pubblicati gli atti di nomina dei consiglieri, ma mancano ancora molte informazioni. Manca, ad esempio, la dichiarazione dei redditi e la dichiarazione patrimoniale della presidente Milella, obbligatoria anche se il compenso è pari a zero (come in questo caso). Così come manca quella del membro del Cda Roberto Moisio, nominato a luglio 2014. Non c’è poi l’indicazione dei compensi dei membri del cda, Massimo Lapucci e Piero Gastaldo: e se anche questo è pari a zero, bisogna comunque dichiararlo. E perché davvero si volti pagina nella gestione del Salone, a prescindere da ogni conclusione a cui arriverà la due diligence e a ogni risvolto penale dell’inchiesta condotta dalla procura di Torino, occorre che venga indicato il nome di un responsabile alla trasparenza e all’anticorruzione e del Programma triennale per trasparenza e la prevenzione della corruzione.
All'Anac
E queste sono solo alcune delle lacune che intendono denunciare i Radicali, chiedendo ai vertici della Fondazione di mettersi in regola. Se non succederà, sono pronti anche a rivolgersi all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, che sta avviando una specifica attività di vigilanza sull’osservanza degli obblighi di trasparenza. «In numerose dichiarazioni pubbliche - dice Giulio Manfredi - la presidente della Fondazione ha assicurato di volere garantire massima trasparenza. La rimandiamo alle esaustive linee guida per l’attuazione della normativa in merito».
La lettera dei dipendenti alla «Stampa»
Gentile direttore, siamo i collaboratori che hanno lavorato con rapporto formalizzato quale contratto a progetto al Salone Internazionale del Libro. Apprendiamo con rammarico dagli organi di stampa che siamo stati definiti «sprechi» da parte della presidente Giovanna Milella. Desideriamo chiarire che in molti anni di collaborazione abbiamo sempre dedicato al Salone tante ore di lavoro, spesso ben oltre le otto ore canoniche, grande impegno, sacrifici, oltre che passione e dedizione. E crediamo che ciò lo possano dimostrare non solo i nostri ex colleghi, ma anche i giornalisti con cui abbiamo lavorato, gli enti, le associazioni e le realtà con cui collaboravamo per portare avanti i diversi progetti sia durante i mesi di preparazione del Salone, sia nel corso di tutto l’anno. Senza avanzare alcuna polemica quindi, ci preme semplicemente difendere, anche pubblicamente, il nostro lavoro.
Gli ex collaboratori del Salone Internazionale del Libro
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