Non e un paese per giovani? Diamoci da fare

Dalla Rassegna stampa

Un principio deve radicarsi nella politica: la responsabilità verso le generazioni future. Ne parlava Hans Jonas alla fine degli anni ‘60 del ‘900 riferendosi alla salvaguardia del pianeta, di fronte al potenziale distruttivo dell’energia nucleare. Oggi bisogna parlarne in relazione alle primarie esigenze di vita dei nostri giovani: il lavoro, la realizzazione dei propri progetti di vita, la creazione di una famiglia. «Il loro futuro è il futuro dell’Italia», ha detto il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno. E ha centrato in pieno il problema. Un Paese che crea prospettive ai giovani è un Paese che cresce, che si sviluppa, che crea nuove opportunità. Altrimenti, aumenta la disoccupazione, subentrano mortificazione e frustrazione, c’è dispendio di talenti e capacità. Esattamente come per le donne: costituiscono oggi più che mai una riserva di crescita inutilizzata, tenuta in cantina affinché prevalga il loro ruolo nella famiglia, sempre più concepita come surroga di un welfare che si restringe.
 
 Non è un destino inoppugnabile se siamo a questo punto, se cresce la disoccupazione di giovani e donne, se non si può creare una famiglia prima dei 30 anni, se la maternità è sempre più ritardata. Non è soltanto a causa della crisi economica. E l’effetto di politiche miopi della destra italiana negli ultimi quindici anni, del suo individualismo cieco che porta a demonizzare il welfare e quindi non a innovarlo, ma a distruggerlo; della sua concezione della politica come mero esercizio di potere familistico e affaristico.
 
Con i loro movimenti i giovani richiamano con severità e preoccupazione chi ha compiti di governo, ma anche tutti coloro che vi aspirano, come il Partito Democratico, a un serio esercizio di responsabilità verso il loro futuro; vale a dire a un’altra politica: una politica che ponga al centro della scena proprio loro e i loro problemi, cioè l’esistenza concreta di individui e famiglie che vogliono uscire dalla paura, che desiderano e rivendicano un futuro. Esigono una risposta a quel cartello terribile che ho letto in una scuola: "abbiamo paura del futuro". Non chiedono la luna; si può fare. La Toscana ci sta provando. Trecento milioni stanziati per incentivare assunzioni, pagare stages e servizio civile, agevolare affitti o mutui per la casa a giovani coppie; un progetto sul quale si è impegnato personalmente il presidente Enrico Rossi. È un buon esempio. Ma non può restare isolato. È l’intero Paese che deve muoversi in questa direzione, come ha capito una persona saggia come il presidente Napolitano. Una sfida, forse quella più importante, per il Partito Democratico.

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