Non è tutta responsabilità dei sindaci

Dalla Rassegna stampa

Tra l'Irpef che (forse) si riduce, deduzioni e detrazioni che (probabilmente) vengono salvate dai tagli e l'Iva che (quasi certamente) aumenterà dalla metà del 2013, i contribuenti stanno per affrontare una "nuova" emergenza fiscale.

Anzi, a dirla tutta, una vera e propria batosta, che va sotto il nome di "saldo Imu", l'imposta municipale unica sulla quale i Comuni hanno ormai delineato i dettagli necessari per l'ultimo pagamento, in calendario entro il 17 dicembre.
Proprietari di immobili e operatori scoprono ora il vero volto dell'Imu. Imposta odiata, si sa; imposta complicata, e si sa anche questo; imposta per niente trasparente sui meccanismi di destinazione del gettito, ma adesso quanto mai cristallina sul profilo che di sicuro più interessa e preoccupa tutti: il conto che si prospetta è persino più pesante di quanto si era immaginato.
I numeri che emergono dall'inchiesta del Sole 24 Ore nei capoluoghi di provincia non lasciano scampo. Le delibere Imu delle amministrazioni - tranne poche eccezioni virtuose - spingono all'insù il livello del prelievo, in modo molto marcato per alcune tipologie di edifici - le seconde case, quelle date in affitto e gli immobili strumentali - ma neppure l'abitazione principale esce indenne da questa corsa al rialzo.

Ed è significativo che quasi un capoluogo su tre si posizioni nella fascia alta dell'aliquota sulla prima casa (tra 0,5 e 0,6%), mentre solo uno su dieci scelga la via di pur modeste riduzioni sotto il livello base dello 0,4 per cento. Per di più, se altri ritocchi arriveranno da qui a mercoledì – termine ultimo per l'approvazione dei bilanci preventivi 2012 (!) dei Comuni e per il via libera alle delibere Imu – saranno quasi esclusivamente per aumentare le aliquote, non foss'altro per tenere conto dei ricalcoli sull'Ici 2010 effettuati solo pochi giorni fa dal ministero dell'Economia. Ricalcoli che, in molti casi, aprono impreviste voragini nei conti dei municipi.
Tutto ciò, alla prova dei fatti, si traduce sia in consistenti rincari dell'imposta, con un impatto pesantissimo sul saldo, sia - ci si può scommettere - in un'ennesima ondata di fastidio verso la nuova imposta.
Che la vicenda fosse destinata a questo esito – anche se forse non nelle dimensioni che stanno ora emergendo – era stato ampiamente previsto. Non più tardi di alcuni giorni fa, la Corte dei conti ha nuovamente rilevato come ogni taglio di risorse agli enti locali rischi di venire compensato con inasprimenti di Imu e altre imposte.

Ed è esattamente quello che ora accade: lo stress continuo al quale sono sottoposte le amministrazioni periferiche, con trasferimenti sempre più limitati e tagli su più versanti ai quali far fronte, lasciava e lascia ridotti margini di manovra ai municipi, se non quello di intervenire agendo sulla leva fiscale. Aumentandola. I Comuni, va detto, potevano e dovevano fare di più per limitare i rincari, tenuto anche conto del particolare contesto legato a una crisi economica persistente. Di più si può e si deve fare per ridurre spese e sprechi, senza compromettere qualità e quantità dei servizi. Tuttavia, la sensazione è che il Governo abbia lasciato i sindaci con "il cerino in mano", facendo fare a loro il "lavoro sporco" dei rincari. Certo, è probabilmente la struttura stessa dell'imposta, il suo intreccio opaco tra finanza erariale e comunale, a spingere in questa direzione piuttosto che in quella della riduzione del peso dell'Imu. Basti ricordare che lo Stato si riserva una quota di imposta pari alla metà del gettito derivante dall'applicazione dell'aliquota base su tutti gli immobili (tranne abitazione principale e pertinenze).

E che ogni riduzione dell'aliquota ordinaria o legata ad agevolazioni (ipotesi rarissime), deve essere "pagata" solo dal Comune, perché lo Stato al suo 50% del gettito - che vale circa 9 miliardi - non rinuncia mai. Insomma, non c'è dubbio che dai sindaci ci si aspettasse un segnale forte, fatto di scelte più coraggiose per contenere l'impatto del prelievo immobiliare. Ma la super-Imu non è solo colpa loro.

 

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