"Non si può pensare solo agli immigrati"

«Talvolta la religione è un fatto pubblico. L`impegno della Chiesa nella vita civile è essenziale per la società italiana». Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine di una visita privata alla biblioteca ambrosiana di Milano, rispondendo a chi gli chiedeva se è giusto per la Chiesa chiedere rispetto, dopo le recenti critiche della Lega Nord all`arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi. «Sono assolutamente d`accordo su quello che ha detto il Presidente Napolitano sul ruolo della Chiesa - ha commentato il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli -. Comunque sia, io nel giorno di Sant`Ambrogio, avrei gradito che qualcuno parlasse dei milanesi, dei nostri Santi e dei nostri poveretti, non vedo perché pensare sempre a quelli che vengono da fuori». «Qualche mese fa - ha affermato l`esponente del Carroccio ai microfoni del Gr1 - ho sentito qualcuno dire che servirebbe una moschea in ogni quartiere. Pensiamo a chi non arriva alla fine del mese, ai poveretti, poi pensiamo agli altri». A chi gli chiede un commento sulla proposta di Emma Bonino di fare come in Francia uno sciopero degli immigrati, Calderoli ha risposto: «Nel nostro Paese ci sono delle regole e cioé può restare in Italia che viene per lavorare. Chi è invece irregolare deve andare via». Poi intervistato dall`agenzia Ansa, il coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio, si è rivolto direttamente a Tettamanzi e sdrammatizzando i toni forti sentiti in queste ore ha scherzato: «Cardinale, mi assolva e mi salvi lei dal rogo in Campo dei Fiori cui mi vogliono condannare tutti i neo difensor fidei e i neo teologi spuntati nelle ultime ore... ». Tornando sul casus belli, Calderoli ha infine ribadito: «Quel che ho detto ho detto, ho espresso la mia opinione senza voler offendere nessuno. E Tettamanzi sa bene cosa c`è nel cuore di noi leghisti, al di là delle polemiche. E in ogni caso se voglio rivolgermi al cardinale per cui nutro tutto il rispetto lo farò personalmente, da fedele. Ma ricordando anche quel che disse mons. Fisichella e cioè che quando un sacerdote parla di politica, sulla politica può ricevere critiche».
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