Non è cosa per politici

Se il consenso e la popolarità, invece dei voti e dei sondaggi, la misurasse il fisco, sarebbe un bel guaio per i politici italiani. Il termometro del 5 per mille, nel 2010, dice che i contribuenti, quando si tratta di dare parte delle loro tasse a una associazione o a un ente, si tengono lontani dal Palazzo e dalla Casta e premiano in massa chi fa ricerca scientifica, si batte per i diritti umani o difende i bambini. Ai primi cinque posti nelle scelte, ecco dunque Medici senza frontiere, Emergency, Unicef, Airc e Ail, che raccolgono più di un milione di preferenze e 36 milioni di euro, mentre le fondazioni politiche si ritrovano tra le mani pochissimi spiccioli.
Tra le più gettonate, si fa per dire, Nuova Italia di Gianni Alemanno: su circa 40 milioni di contribuenti ha ricevuto la miseria di 104 preferenze e 7 mila euro; Italianieuropei di Massimo D'Alema e Giuliano Amato può contare solo su 93 sostenitori e 15 mila euro. Per non parlare delle poche decine di scelte cadute sulle Fondazioni Ugo La Malfa, Liberal di Ferdinando Adornato e sulla Fondazione Craxi. Sino al fanalino di coda: l'unica preferenza destinata alla Fondazione Fanfani con soli cinque euro di incasso.
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