Non basta più metterci la faccia

"Metterci la faccia" è un bel modo di dire: significa assumersi le responsabilità in prima persona e saper affrontare a viso aperto anche le questioni più spinose. Il ceto politico della nostra città, invece, ha interpretato solo "alla lettera" questo celebre modo di dire.
Le facce di sindaci, assessori, consiglieri e aspiranti tali, campeggiano ovunque su manifesti di ogni taglia. Questa esposizione ossessiva di volti e figure intere sembra avere più a che fare con la psicanalisi che con la politica. Tra le eccezioni, almeno quelle non determinate dalla mancanza di risorse da investire nella propaganda, vale la pena segnalare la Lega e i Radicali che, seppur su fronti diversi, dimostrano di voler ancora privilegiare le posizioni politiche rispetto ai sorrisi. Viceversa, i campioni di questa vanitosa tendenza sono moltissimi, ma forse il primato spetta al non rimpianto ex assessore all'ambiente, Edoardo Croci, che, dopo aver girovagato qua e là per gli schieramenti politici, ha deciso di dar vita a una sua lista civica con tanto di nome e faccia sui manifesti, dimenticando, però, una cosa piuttosto essenziale in politica: candidarsi. Croci - manco fosse Berlusconi - ha, infatti, deciso che da unto del Signore poteva solo benedire la sua lista, ma non fame parte.
Abbiamo detto che il fenomeno sembra più psicanalitico che politico: il narcisismo e la sindrome dell'abbandono paiono essere le cause di questa invasione di facce. Il narcisismo è evidente: chiunque studi seriamente i fenomeni elettorali, sa che occupare gli spazi normalmente utilizzati dai volti delle star del cinema e dai testimonial della pubblicità, senza null'altro aggiungere se non il proprio nome, non costruisce alcun consenso politico. Anche la sindrome dell'abbandono si mostra chiaramente: i politici che si candidano ad amministrare la città cercano di materializzarsi sui manifesti, poiché si sentono sempre più abbandonati dai cittadini che hanno ormai perso ogni desiderio di recarsi alle urne.
Insomma, il "metterci la faccia", anche in campagna elettorale, dovrebbe voler dire qualcosa di diverso. Ad esempio, fare nuove promesse solo dopo aver mantenuto quelle vecchie e dimostrarsi disponibili ai bisogni dei cittadini, non solo girando i mercati, ma ricordandosi che il mandato di amministratore è solo un servizio delegato dai cittadini e non il passaporto per il mondo delle star. Tutti, infatti, capiscono che le facce dei politici sono solo un triste "vorrei ma non posso".
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