Nodo primarie nel Pd. Malumori cattolici per il sì alla Bonino

Dalla Rassegna stampa

Cattolici in subbuglio nel Lazio, minoranza in rivolta in Puglia. Il Pd continua nell`affannosa ricerca di un equilibrio politico nelle Regionali, con una parte del partito che insiste per le primarie e un`altra che vuole andare avanti con Emma Bonino nel Lazio e Francesco Boccia in Puglia.La leader radicale è ormai lanciata nella corsa e non ha nessuna intenzione di arrestarla: «Primarie? Io sono anglosassone e mi piacciono solo nei sistemi bipartitici. E comunque sono un problema del Pd, non mio: io sono già candidata e non c`è più tempo». La Bonino è già al lavoro e nel comitato di via di Torre Argentina si consulta con un radicale storico, Gianfranco Spadaccia, per verificare le prime mosse. Mario Staderini, giovane neosegretario, presenta una mozione nella quale si «auspica che si realizzi la prospettiva di unsosteg no da parte del Pd». Proprio quello che una parte del partito non vuole, perché agganciarsi alla Bonino in corsa vorrebbe dire andare a rimorchio. Ma non è solo una questione di metodo, visto che una parte dei cattolici è contraria alla candidatura di una radicale superlaica. È il caso di Enzo Carra, che medita un abbandono: «Già sapevo di essere in minoranza, ora questa minoranza è sempre più ridotta, visto che c`è una quota di cattolici che preferisce correre in soccorso del vincitore». Riferimento ai popolari di Franco Marini, che hanno appoggiato la Bonino. Carra è duro: «Non mi pare che la gestione di Bersani sia plurale come annunciato. Mi chiedo come si faccia a stare nel partito in queste condizioni». Se ne andrà? «Mi sto consultando con altri, certo è che bisognerà fare delle scelte, sto seriamente riflettendo». Un`altra deputata data in partenza da tempo è Paola Binetti: «Se davvero il Pd scegliesse la Bonino dovrebbe renderne conto a molta gente, non solo a me. Lei è una persona stimabile, ma la sua cultura etica no». Ma se la Binetti spera ancora nelle primarie, richieste anche da Goffredo Bettini e da Arturo Parisi, Renzo Lusetti ha perso ogni speranza: «Ormai è tardi, si va verso un suicidio politico. Mi sento isolato e sono allibito. Questa cosa è stata gestita malissimo e con superficialità. Tra l`altro ricordo che siamo nella regione nella quale c`è il Papa». Malumore dei cattolici a parte, la Bonino dovrebbe ricevere l`investitura ufficiale del partito martedì. In mattinata parlerà con Bersani, che l`altro ieri l`ha definita «una fuoriclasse». Situazione complicata anche in Puglia, dove il fronte delle primarie si è fatto sentire con forza. Dopo l`appello di Rosy Bindi, cinque delegati capeggiati da Paola Concia, hanno chiesto di celebrare subito l`assemblea regionale. Ignazio Marino scherza: «Servirebbe un esorcista». In mancanza ci sono Nichi Vendola e Francesco Boccia, che ieri si sono visti riservatamente. In mezzo ai due, Michele Emiliano, che ha una trentina di delegati, decisivi per raggiungere i 77 voti su 126 per dire no alle primarie, come vorrebbe Boccia. Dopo aver gettato la spugna, il sindaco gioca a Wii e, con una certa dose di perfidia, non si sbilancia: «Sono il presidente dell`assemblea. Voteremo due volte: la prima per decidere se fare la grande alleanza con l`Udc, poi se derogare al principio delle primarie». Decisioni collegate, visto che l`Udc non pare, intenzionato ad aspettare le primarie: «Vedremo se si dovrà sacrificare Vendola, l`Udc o il Pd. Certo, avere due candidati vorrebbe dire perdere le primarie». Emiliano non fa sconti a Vendola: «Ha fatto molti errori ed è stato ingeneroso con Casini, fino al punto da insultarlo». Ma neanche a Boccia: «Ora la responsabilità è anche sua».

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