Il nodo della riforma previdenziale e quella scelta che aiuta la crescita

Dalla Rassegna stampa

Riformare il sistema previdenziale proprio quando la congiuntura economica attraversa una fase critica come quella attuale può essere controproducente. Si rischia di creare ulteriore incertezza nella fase di discussione e di approvazione del provvedimento, con ripercussioni negative sul clima di fiducia delle famiglie e delle imprese. Il tasso di risparmio aumenterebbe, rallentando nel breve periodo la ripresa dei consumi e degli investimenti. D`altra parte, la crisi finanziaria ha provocato un forte aumento del debito pubblico in tutti i Paesi avanzati, in media di circa il 30% del Prodotto lordo. II Fondo Monetario Internazionale stima che nel 2010 il debito raggiungerà il 94% del PII negli Stati Uniti, l`86% nell`area dell`euro (il 120% in Italia), e continuerà ad . aumentare nei successivi tre anni. Questo è il motivo per cui si sta elaborando in tutti i Paesi una strategia di risanamento delle finanze pubbliche, da mettere in atto appena si saranno create le condizioni per una ripresa sostenibile. Tale strategia, che mira a ridurre il rapporto tra debito pubblico e prodotto, richiede di agire sia sul numeratore, cioè sull`indebitamento netto, sia sul denominatore, ossia sulla crescita. In entrambi i casi, tuttavia, i margini sono più limitati che in passato. Per quel che riguarda il risanamento dei conti pubblici, non si potrà fare ricorso alle dismissioni di patrimonio pubblico nella stessa misura degli anni Novanta, dato che molte privatizzazioni sono già state fatte. Non si potrà beneficiare neanche del calo dei tassi d`interesse registrato in quegli anni, dato che l`aumento del debito pubblico nei Paesi industriali metterà sotto pressione i mercati dei capitali. Infine, lo spazio per aumentare la pressione fiscale sarà limitato dal livello già elevato raggiunto in molti Paesi. Dal lato della crescita, il potenziale delle economie avanzate tende a ridursi, seguendo l`evoluzione registrata negli ultimi decenni. Dati questi vincoli, il duplice obiettivo di ridurre il debito e di sostenere la crescita potrà essere raggiunto principalmente agendo sulla dimensione complessiva e sulla composizione della spesa pubblica, in modo da ridurre la pressione fiscale e da spostare risorse a favore della spesa più produttiva. La riforma del sistema previdenziale mira proprio a questo duplice obiettivo. Un allungamento della vita lavorativa aumenta il tasso di partecipazione della forza lavoro. Consente altresì di ridurre la spesa complessiva, e di creare spazio per ridurre la tassazione, in particolare i contributi che gravano su costo del lavoro, soprattutto per i più giovani che hanno difficoltà a ottenere contratti a tempo indeterminato. Queste misure aumentano la competitività delle imprese, l`occupazione e il reddito disponibile. II problema di tale riforma è che genera una redistribuzione di reddito, da chi beneficia già di diritti acquisiti a chi ha una situazione più precaria, oppure non è ancora entrato nel mercato del lavoro. In una società che invecchia, la prima categoria tende ad essere numericamente superiore e ad aver una maggior capacità di contrasto rispetto alla seconda. Ciò aumenta i rischi di conflittualità nei confronti di tale riforma, con ripercussioni potenzialmente negative sul clima di fiducia generale e dunque sulla congiuntura. Sembra dunque preferibile rinviare la riforma a quando l`economia si sarà ripresa. Ma senza riforma le prospettive di crescita dei Paesi industriali rimarranno modeste per i prossimi anni, rendendo più pesante il risanamento. Ciò potrebbe deprimere la fiducia ancor più della riforma stessa, che comunque, prima o poi, dovrà essere realizzata. Questa è la scelta da fare, nei prossimi mesi.

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