No Vat 2010 a Roma

Dalla Rassegna stampa

Domani scenderemo in piazza, per il quinto No Vat convocato dal Coordinamento Facciamo Breccia, contro il Vaticano in occasione dell`anniversario della firma dei patti Lateransensi tra Pio XI e Mussolini (11 febbraio 1929), che sancivano la saldatura tra Vaticano e regime fascista.
Le gerarchie vaticane, com`è sotto gli occhi di tutte/i, praticano la quotidiana ingerenza nel dibattito pubblico, nella società, nella politica del paese; la politica istituzionale si dimostra culturalmente subaltema e traduce puntualmente in iniziativa le pressioni di oltre Tevere.
La chiesa cattolica quindi mantiene non solo enormi vantaggi fiscali ma anche una più generale posizione di privilegio nel rapporto con lo stato italiano che le garantisce, oltre che di essere ben difesa dai princìpi costituzionali, il radicamento nelle istituzioni del paese.
Questo è il limite strutturale della democrazia del nostro paese, ma non più sufficiente a descrivere l`attualità caratterizzata da un neotemporalismo vaticano che porta il clero a fare politica attiva dai pulpiti, dal soglio pontificio, da ogni canale televisivo, e da un violento integralismo
alleato dei vecchi e nuovi fascismi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un preoccupante aumento dell`odio e della violenza ai danni didonne, gay, lesbiche, trans e numerose altre soggettività eccentriche rispetto al modello imposto: aggressioni, stupri, omicidi, campagne organizzate di odio di matrice fascistahanno trovato la loro legittimazione ideologica nelle esternazioni vaticane. Decenni di sdoganamento istituzionale del fascismo hanno trovato rispondenza nel revisionismo di Ratzinger su Pio XI e Pio XII, complici silenti del fascismo,
del nazismo e quindi della deportazione ed eliminazione di donne e uomini considerati "diverse/i". Oggi il Vaticano è uno dei più potenti attori del sistema di potere autoritario e repressivo: forse appare meno interventista ma solo perché non ne ha bisogno. Infatti nel nostro paese possiede già il monopolio dell`"etica" che abbraccia indistintamente governo e opposizione parlamentare.
Dal suo solido dominio italiano la gerarchia vaticana spicca così il volo per tentare di allargare le sue spire sull`Europa dove porta avanti ormai da un decennio la sua battaglia per imporre il riconoscimento delle "radici cristiane" come matrice fondante, sulla Spagna dove agisce una virulenta pressione clericale, sugli altri continenti - Africa e Asia da ricolonizzare, America latina
da controllare - sulle Nazioni Unite.
D`altra parte nel nostro paese le destre usano il crocefisso e il discorso cattolico integralista per costruire un`identità nazionale razzista e una declinazione della cittadinanza eterosessista
e familista. Mentre le destre criminalizzano immigrati ed immigrate, la chiesa cattolica legittima
un modello unico di società, basato sulla famiglia, sulla divisione dei ruoli sessuali, dove un genere è subordinato all`altro e lesbiche, gay e trans non hanno alcun diritto di cittadinanza e propone per le/i migranti"soluzioni" caritatevoli e colonialiste,spesso a scopo di lucro per i suoi mille tentacoli associativi. Lo smantellamento incessante del welfare costruisce sempre più spazi
per un sistema neoliberista dei servizi come merci ma, in un paese confessionale come l`Italia, i tagli allo stato sociale, in particolare all`istruzione e alla sanità pubblica garantiscono un incessante flusso di denaro nelle casse di scuole e università confessionali, di cliniche e ospedali cattolici. Nel momento di una crisi economica pagata con evidenza dalle classi meno abbienti, la chiesa si fa paladina dei poveri sempre attraverso una carità discriminatoria e familista al posto di
uno stato sociale che, almeno sulla carta, offriva garanzie a tutte e tutti. La distruzione della scuola pubblica, annunciata ormai da tempo, prende corpo con l`operato della Gelmini in una controriforma classista, che ha l`evidente finalità di sottrarre alle nuove generazioni gli
strumenti di conoscenza, di crescita del senso critico e di conseguente lettura dei meccanismi di potere e nella quale l`ingerenza clericale non trova ostacoli nel mantenere lo scandalo dell`insegnamento della religione cattolica a spese dello stato e nel radicarsi sempre più, anche
qui brandita come strumento identitario contro le altre e gli altri. Per cui oggi non si apre nessun dibattito pubblico per l`abolizione dell`ora di religione, anzi si aumentano gli stipendi degli insegnanti di religione cattolica a spregio delle migliaia di precari/e che perdono il posto di lavoro, mentre si disquisisce della necessità del crocifisso nelle aule della scuola pubblica quale simbolo della "nostra" civiltà. D`altro canto il Vaticano, attraverso il controllo sulla nascita e sulla
morte, pretende di gestire e ridisciplinare i corpi e gli stili di vita di pari passo con l`inasprirsi dell`autoritarismo al potere: l`autodeterminazione di donne, gay, lesbiche e trans, di chiunque contraddica quel sistema etero patriarcale che le gerarchie vaticane difendono rafforzando
la subordinazione patriarcale di un sesso all`altro, facendo guerra al concetto di gender che decostruisce la "naturalità" dei ruoli tra donne e uomini, ma anche l`autodeterminazione
sociale ed economica dei e delle migranti e ogni percorso di autorganizzazione, di dissenso
e di conflitto. Per questo domani sarà ancora più importante degli anni scorsi essere in piazza con i nostri corpi, i nostri percorsi di liberazione, la nostra conflittualità per ribadire la nostra
volontà di agire nello spazio pubblico per produrre trasformazione sociale e culturale, per scardinare il processo di addomesticamento che si tenta di attuare in un silenzio assordante.
Essere in piazza contro l`ingerenza e l`aggressività clericale oggi significa lottare contro una deriva autoritaria ormai compiuta che usa il carcere, il Cie (centri di identificazione ed espulsione), la repressione, la paura, la noia, la solitudine, l`intimidazione e la criminalizzazione per eliminare ogni spazio pubblico, ogni percorso autorganizzato, ogni dissenso, ogni autodeterminazione.
Significa anche esprimere un chiaro posizionamento antifascista, antisessista e antirazzista
senza il quale l`ambiguità politica finirebbe per rendere le nostre soggettività complici di quest`ordine morale e politico che concede una legittimazione vittimizzante e minoritaria
in cambio dell`assuefazione alla repressione. Infatti nel nuovo progetto identitario nazionale
può esserci l`inclusione solo di quelle soggettività che non mettono in discussione il potere: c`è un
piccolo posto anche per gay, lesbiche e trans e per altre figure della diversità, purché confermino l`ordine razzista, sessista e repressivo. In questo quadro, nei movimenti di lesbiche, gay e trans abbiamo assistito alla comparsa di "nuovi" soggetti che ne usano le parole d`ordine per produrre un ribaltamento della realtà: a protezione delle soggettività supposte deboli pongono i
loro carnefici, un`operazione che ha visto la sua massima esaltazione con la fiaccolata "contro l`intolleranza" che si è svolta a Roma lo scorso 24 settembre con in testa Alemanno e dietro alcune realtà lgbt insieme alle teste rasate di Gens Romana.
Oggi quindi un chiaro posizionamento antifascista non è una dichiarazione formale ma la sostanza della nostra lotta al patriarcato, alla repressione clericale, all`erosione di ogni spazio di autodeterminazione, nella ferma certezza che antifascismo, antisessismo e antirazzismo sono lotte che devono necessariamente essere condotte insieme.

 

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