Nieri: "Troppe ombre su questo episodio"

«Quando un uomo entra in carcere con le sue gambe e ne esce morto dopo pochi giorni, è indispensabile che le istituzioni spieghino cosa è successo». Lo afferma Mario Staderini, della direzione nazionale dei Radicali, a proposito della morte di Stefano Cucchi. «Forse aggiunge
è necessario che qualcuno ammetta le sue responsabilità. Cucchi è morto al Pertini a sei giorni dal fermo senza che ai genitori venisse consentito neppure un colloquio».
I familiari della vittima sono convinti che la visita sia stata negata proprio perché altrimenti i genitori della vittima ne avrebbero constatato le condizioni. Il padre ha visto il corpo dopo il decesso è ha parlato delle tumefazioni parzialmente confermate dall’autopsia. «Ci sono troppe ombre afferma l’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Luigi Nieri, ex Rifondazione Comunista, ora Sinistra e Libertà. Mi auguro che venga fatta luce sull’intera vicenda. In una società civile non possono accadere episodi di questo genere, non si può accettare che una persona muoia senza che si conoscano le ragioni del decesso».
«Cucchi fa notare Luigi Manconi, del Pd, ex sottosegretario alla Giustizia è stato in una caserma dei carabinieri, in un carcere e in un reparto carcerario di un ospedale. Sono tre luoghi dello Stato. I genitori sostengono di aver notato sul suo volto segni
Kdi violenza già durante l’udienza per la convalida del fermo in tribunale. È singolare, inoltre, che per un reato tutto sommato lieve, sia stata negata l’autorizzazione a fargli visita in ospedale».
Vicenda è a dir poco intricata. «Bisognerebbe capire aggiungono gli esponenti di “Antigone”, una associazione carceraria cosa dice il verbale con la visita al primo ingresso in carcere. Forse questo aiuterebbe a capire se la causa della morte è legata agli eventi prima o dopo l’ingresso a Regina Coeli».
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