Nessuno tocchi quel crocifisso

Dalla Rassegna stampa

 Se si escludono la radicale Emma Bonino e le associazioni di atei e razionalisti come il matematico Piergiorgio Oddifreddi e pochi altri, la decisione della Corte di giustizia di Strasburgo di imporre all`Italia di togliere i crocifissi dalle scuole, riscuote soltanto critiche e disapprovazione. Naturalmente ognuno dà una propria motivazione, ma significativo è quanto ha deciso il governo spagnolo guidato dal socialista Josè Luis Zapatero che ha deciso di. rinviare a tempi migliori la discussione e l`eventuale approvazione della legge sulla libertà religiosa. Una proposta che aveva già creato grandi contrasti e sollevazioni da parte dei cattolici spagnoli. E per rimanere all`estero, anche padre Filarete, rappresentante del Patriarcato di Mosca presso il Consiglio d`Europa, sottolinea che con questa sentenza si rischia di creare tensioni sociali anche dove non ci sono. Ma per tornare all`Italia va registrata subito la dichiarazione di monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura che ricorda l`articolo scritto da Natalia Ginzburg sull`Unità nel lontano 1988 dal significativo titolo «Non togliete quel crocifisso». E se Riccardo Roman, sindaco Udc di Galzignano Terme, in provincia di Padova, obbliga ad esporre il crocifisso in tutti gli edifici pubblici, Maurizio Bizzarri primo cittadino Pd di Scarlino in provincia di Grosseto emana un`ordinanza in cui prevede 500 euro di multa per chi prova a togliere il crocifisso nelle aule delle scuole. E Scarlino è stato uno dei primi comuni d`Italia ad avere approvato una mozione sui Pacs nel 2007 come riconoscimento dei diritti civili. Così un altro sindaco di centrosinistra, Achille Variati, a Vicenza, conferma che non verrà consentito a nessuno di toglierli dalle aule. Non mancano tuttavia le strumentalizzazioni politiche come quella di Forza Nuova ché ha presidiato la scuola media Vittorino da Feltre di Abano Terme, l`istituto frequentato dai figli della donna finlandese che ha presentato il ricorso a Strasburgo. Parzialmente controcorrente un viceparroco di Catania, padre Salvatore Resca, che invita il sovrintendente del Teatro Bellini a togliere la grande croce in legno da lui fatta esporre sulla facciata: «Anche Cristo dall`alto dei cieli - scrive il viceparroco vedendosi appeso fra Violetta e Norma; credo stia sussurrando "Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno"».

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