Nessuno li vuole

Dalla Rassegna stampa

Il sottosegretario Mantovano si è dimesso, qualche giorno fa (salvo ripensarci nelle ultime ore), pur di non accettare nelle Puglie nuovi emigranti da Lampedusa, porta dell'Africa e delle nostre paure. Il sindaco di Roma, Alemanno, è corso dal premier per assicurarsi che Roma sia blindata contro ogni possibile strisciante assedio dei clandestini. Cota se l'è presa col sindaco di Torino che ha però ritirato la disponibilità e, lesto a gestire ogni paura di pancia, ha dichiarato l'impermeabilità del Piemonte da lui governato. La nipote di Mussolini - una gelosia fra dame di rango e di stirpe la divora per la première dame? - ha invitato Carla Bruni a ospitare gli emigranti magrebini nei suoi castelli. Un ministro della Repubblica intanto sta passando alla cronaca, non certo alla Storia, per il suo «fora da i ball», il meditato aforisma che testimonia quanto intimamente ispirata al Cristianesimo sia l'anima del ricco popolo padano.

«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco nel regno dei cieli»: ascoltare le orrende parole di Bossi, ci riconferma nella fede che fossero parole di Dio queste del Cristo. Ma, per le imprevedibili implicazioni, la più suggestiva delle reazioni fra ministri e governatori - scolaretti intenti a copiare la soluzione del problema spiando il quaderno del compagno pare quella di Renata Polverini. E colei che, nel ballottaggio con la Bonino, aveva fatto intravedere un miraggio, nel caso Emma vincesse: una donna icona della laicità, aperta alle libertà civili che l'Europa ci chiede da tanto tempo di rispettare, in condominio col Papa al governo della città eterna... Renata infatti, non negando il Lazio all'accoglienza come potrebbe la regione che ospita il Vicario di Cristo? - parrebbe però limitare i centri di assistenza, in Roma, soltanto agli istituti religiosi. Che magico paradosso la non dubitabile buonafede della signora realizzerebbe! Compirebbe il sogno di molti atei e protestatari dei privilegi del Vaticano, a cominciare dalla mancata tassa dell'Ici sulle proprietà. Ma, se la richiesta della pia governante del Lazio venisse accolta, la fantasia volerebbe a evocare una piazza San Pietro, il Primo maggio, quando si proclamerà una beatitudine polacca, affollata anche di libici, etiopici, eritrei, tunisini, confusi fra i canti della fede cattolica, pronti a inginocchiarsi, a mezzogiorno, per la preghiera ad Allah... La variopinta visione dei sederi musulmani per aria, confusa a quella di suore, preti, cardinali, e dei tanti oranti polacchi, dal rosario in mano, dimostra ancora una volta come la realtà storica possa superare il più surreale dei romanzi.

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