"Nessun inciucio sui posti dopo le primarie"

Dalla Rassegna stampa

Bersani si irrita, Franceschini risponde su Twitter: «Non ci saranno inciuci il giorno dopo le primarie di domenica, solo rispetto per chi ha votato». Il tam tam su cosa accadrà "dopo" nel Pd ruota tutto attorno alle accuse di un accordo tra i due candidati più forti. A rilanciarle è Ignazio Marino, il senatore-chirurgo, terzo sfidante, che insiste: «Dario prometta che rifiuterà posti di consolazione se non vincerà le primarie», ad esempio quello di presidente del partito. Il segretario uscente e ricandidato si risente: «Ignazio, smetti con dietrologie e sospetti, nessun accordo per nessuna carica». Ma è Bersani, che ha vinto i congressi dei circoli e che parte avvantaggiato, a volere il massimo di chiarezza: «Spero che non si montino film che non esistono, soprattutto chi partecipa a questa competizione non rilanci speculazioni che non hanno né capo né coda».
L´ex ministro parla del partito che vorrà, all´insegna certo della massima unità, ma «non sarà fatto con il bilancino, non ci saranno trattative per il rinnovamento, caminetti eccetera». Per il ruolo di presidente pensa a una figura di garante riconosciuto, nomi ne circolano tanti da Oscar Luigi Scalfaro, a Franco Marini, Rosy Bindi. «Nessuna logica di scambio con Franceschini, nessun baratto», comunque. Sono tuttavia al lavoro i pontieri - Fassino, Marino, Finocchiaro - per il "dopo". Sandro Gozi, portavoce di Marino, denuncia: «C´è una grande voglia di inciucio, o noi diamo il segno di un cambiamento radicale dei metodi o abbiamo fatto tutto questo per nulla, significherebbe tornare ai due anni passati in cui il Pd era gestito dai capicorrente e dai caminetti. Gli elettori e il partito stesso meritano più rispetto». Bindi assicura: «Bersani mi sentirebbe se avesse fatto il contrario, ma sono certa che l´unico vero accordo è una linea politica su cui si fa l´unità del partito». E anche Veltroni afferma: «Se vince Bersani? Cercherò di dare una mano».
Ma la vigilia delle primarie è sempre segnata da tensioni e maldipancia. Goffredo Bettini, "grande elettore" di Marino propone un partito che vada da Bertinotti alla Binetti. Bertinotti, ex leader del Prc, non chiude: «Mi interessa, anche se il Pd non è il contenitore adatto all´impresa». Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi rompe il silenzio: «I candidati sono tutti ottime persone ma nessuno è in grado di costituire la risposta vincente a un centrodestra che è sempre maggioranza nel paese. Per questo domenica andrò a votare e esprimerò le mie preferenze». Campagna elettore però non ne ha fatta. Apprezzamento per Marino da parte di Emma Bonino, leader radicale e vice presidente del Senato eletta nelle file Pd: «È la proposta più adeguata e chiara però alle primarie non vado, è un processo sballato così inteso».
Nel confronto delle ultime ore, gli sfidanti si giocano il tutto per tutto. I supporter di Franceschini ribadiscono che la partita di domenica è aperta e lo dimostrano con un rapido calcolo: gli iscritti che hanno dato la vittoria nei circoli a Bersani sono solo il 5,82% degli otto milioni di elettori che hanno votato democratico alle europee, quindi alle primarie il risultato può ribaltarsi. Massimo D´Alema, "grande elettore" di Bersani, è di parere opposto: «Il risultato delle primarie confermerà ed estenderà il consenso per Bersani, d´altra parte i nostri iscritti non sono marziani, sono una parte importante dei nostri elettori».
Gioco duro anche per accaparrarsi le "benedizioni" dei vip, Camilleri appoggia Dario, che va a salutare lo scrittore a casa sua. Anche Jovanotti è pro Franceschini .«Io lo so che non sono solo», lo ringrazia il segretario. Gene Gnocchi è pro Bersani, come la Littizzetto. Per Marino, Ovadia, Virzì, Magrelli, Lodoli, Mafai, Loiodice, Risset. Appello per le primarie (ma senza esprimere preferenze) di Neri Marcorè e Carmen Consoli.

© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK