Neodc, parlamentarismo, prodite: comincia la “Fase 2”

Una rivoluzione copernicana. Da adesso, cambia tutto nel Palazzo: le parole, le tecniche di gioco, le prospettive, le aspettative. E chissà chi saranno i sommersi (tutti?) e chi saranno i salvati -(nessuno?) in questa nuova fase. Il catalogo della rivoluzione è questo.
PARLAMENTO. Era un luogo dimenticato e senescente. Una sorta di rudere romano di Piranesi, di quelli effigiati - nel '700 - con l'erbaccia cresciuta sulla cima. Ma adesso, di colpo, la «centralità» del Parlamento e la «sacralità» del Parlamento («Verrò più spesso in Senato», ha annunciato ieri Silvio) sono diventate l'alfa e l'omega dell'azione politica del premier il quale, in Parlamento, dovrà sudarsi la propria sopravvivenza appesa al filo di pochi voti. Aveva osservato Berlusconi non molto tempo fa: «Adesso diranno che io offendo il Parlamento, ma questa è la pura verità. Le assemblee pletoriche sono assolutamente inutili e controproducenti». Quelle s'erano offese, e ora si vendicano.
PRODITE. Era la malattia di cui soffriva l'incolpevole Prodi. Sembra svanita insieme al suo governo e invece rieccola e aggredisce il successore del Prof. La Prodite consisteva nella proliferazione di gruppi e gruppuscoli che fingevano di appoggiare il governo e invece lo fiaccarono fino a ucciderlo. Dieci sigle (vedi il grafico in alto a destra su questa pagina) resero impossibile la vita di Prodi e dieci partiti (rivedi lo stesso grafico) minacciano di rendere invivibile la vita dell'esecutivo del Cavaliere. Chi avrebbe mai immaginato di vedere accomunati i due grandi rivali nella stessa cattiva sorte, denominabile "partitinocrazia"
BIPARTITISMO. Corrente di pensiero archeologica.
QUESTIONE MORALE. I nuovi campioni del malaffare della «casta» sono i leghisti. Ieri, in Veneto, ne hanno arrestato un altro. Non è che Bossi vuole andare al voto subito, perché a questo ritmo di scandali la Lega si slega e in tre anni finisce strozzata con lo stesso cappio che agitava nel '92 contro i tangentari della Prima Repubblica?
DEMOCRISTIANI. Berlusconi non li ha mai amati. Ma adesso, in Parlamento, dipenderà da ben cinque (quello di Pionati, quello di Scotti, quello di Mannino, quello di Lombardo, quello di Rotondi) micro partitelli neo-vetero pseudo-democristiani. Il Popolo della Libertà andrebbe ribattezzato Popolo delle "Libertas" (che era la parola che campeggiava in mezzo al simbolo dello Scudo Crociato, quello vero).
RIBALTONE. «Noi non siamo ribaltonisti» (i finiani). «Faremo la campagna elettorale denunciando Fini il Ribaltonista» (i consiglieri di Berlusconi). Ma siccome il Ribaltone è recidivo, occhio a Bossi.
MONNEZZA. Prima, solo a Napoli. Ora, gemellaggio Napoli-Montecarlo.
SONNO. Berlusconi che s'addormenta in Senato, e inclinando si rischia di cadere dalla sedia ma Bondi ferma provvisoriamente il capitombolo, è l'immagine di questo Paese.
RESPONSABILITA'. Insieme a «lealtà» («Noi, i più leali», dice il poster affisso ieri a Roma dall'Alleanza di Centro di Pionati, che è un one man party e non si capisce perché ricorra al plurale che in casi come questi non può essere maiestatis), la «responsabilità riempie la bocca dei nuovi Ghino di Tacco da cui dipende il Cav.
TITANIC. «State tranquille, mie belle e care amiche», ha detto l'altra notte Silvio alle giovani deputate con cui ha festeggiato il suo compleanno, «perché andiamo avanti come prima e meglio di prima». «Allegria!!!!», gridava Mike. Dei naufraghi?
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