Nel Pd del Lazio s'avanza un'opzione radicale, "Emma governatore"

Una donna per la regione Lazio, una donna in quanto donna, per il dopo Marrazzo. Non Rosy Bindi di cui pure si era fatto il nome, ma che preferisce piuttosto il ruolo di madre nobile, la presidenza del Pd. Una donna laica da contrapporre alla sindacalista dell`Ugl Renata Polverini in una sfida al femminile che abbia il senso di una cesura con il passato prossimo immoralista delle ultime prove al maschile. Nel Pd, molto al di fuori`del perimetro bersaniandalemiano, la carta coperta è la radicale Emma Bonino, ex ministro del governo Prodi. L’idea è circolata in una terra di confine tra il mondo romano vicino a Goffredo Bottini e quello di area ex veltroniana, di chi ricorda con nostalgia i bei tempi in cui W. chiudeva, faticosamente, l`accordo con Marco Pannella promettendo nove seggi e la Bonino ministro pur di tenere i radicali nel recinto del Pd ed evitare l`apparentamento concesso invece ad Antonio Di Pietro. "Sarebbe una cosa bellissima la gara Bonino-Polverini - sostiene la deputata Paola Concia - sicuramente si parlerebbe di politica". Nelle intenzioni dei proponenti, "Emma governatore" potrebbe essere una riedizione della fortunata campagna Emma for president del 1999, quando la Bonino si candidò al Quirinale portando i radicali a un irripetibile 8 per cento. Soprattutto "Emma governatore", al di là delle percentuali di realizzabilità, è lo strumento di contenimento dell`espansionismo dalemiano nel Lazio, specie se il ballottaggio, come è probabile, dovesse assegnare la segreteria regionale a Mazzoli candidato di Bersani anziché al veltroniano Morassut. E` per questo che i fautori dell`operazione Bonino si affrettano a divulgare i sondaggi commissionati dall`agenzia Omniroma che danno sicura la vittoria della Polverini su tutti: Veltroni, Marino e anche Gasbarra. L`ex presidente della provincia, sul quale D’Alema sembra puntare per ora. Considerato un ritorno al passato, anche se di sicuro più gradito di Emma alle gerarchie vaticane, oltreché più spendibile con l`Udc con cui si vorrebbero testare le alleanze (ma al momento l`Udc è tentata di correre da sola). Un obiettivo questo così importante da spingere qualche esponente della maggioranza del Pd ad azzardi del tipo - è accaduto l`altro ieri nei conciliaboli alla Camera offrire la candidatura nel Lazio a Bruno Tabacci. "A me che sono lombardo... Grazie, sono lusingato che mi considerino, ma non è che ci si candida con l`applausometro", commenta l`interessato. Per una neanche tanto strana coincidenza Tabacci figura .nella rosa dei candidati per la presidenza della Lombardia proprio come Emma. Un sondaggio pubblicato ieri li misurava entrambi in rapporto alla potenziale performance di Formigoni con risultati poco lusinghieri. Ma l`ipotesi Bonino in Lombardia farebbe parte di un quadro tutto diverso: candidatura dei radicali che hanno già iniziato peraltro la raccolta di firme per presentare le liste in tutte le regioni. La Bonino, si argomenta, è stata molto attiva nella vicenda dell`Expo la sua popolarità sarebbe in ascesa. La candidatura nordista della Bonino avrebbe il profilo di un`azione di disturbo in una partita già di per sé complicata per il Pd vista la forza di Formigoni e anche di Roberto Castelli, il candidato preferito dalla Lega. A Roma si tratta invece di un`iniziativa del Pd, o meglio di quella minoranza che guarda più che altro alle primarie. Alla luce dei risultati di domenica, difficilmente potrà essere evitata la modalità primarie per la scelta del candidato. "Sono indispensabili per rimotivare un elettorato provato dal caso Marrazzo" è il leitmotiv più diffuso fra tutte le anime del Pd dell`era bersaniana. Accompagnato nel caso dell`ex mozione Marino da considerazioni del tipo: "Se non si dovessero fare, saremmo pronti a far valere il nostro 12 per cento". Il bello delle primarie, è la tesi delle minoranze, è che consentono di saltare la ricerca del placet di questo o di quello purché sia motivato il candidato. L`ipotesi potrebbe essere quella di una sfida Gasbarra-Bonino cui magari si potrebbe aggiungere qualche altro nome. "Quella di Emma è una bella candidatura", osserva Roberto Giachetti, ex DI, ex radicale. Ai radicali l`operazione piace più dell`Emma lombarda: una candidatura alle primarie del Pd mentre si raccolgono firme non sarebbe male, è il commento, un tantino imbarazzato.
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