Napolitano stoppa gli scenari di crisi "Se cade il governo danni irrecuperabili"

Dalla Rassegna stampa

ROMA-Sì, è «una storia inaudita» l’affaire kazako, che ha creato «gravi motivi di imbarazzo e di discredito» al nostro paese. Ma non è colpa del governo, e Giorgio Napolitano difende e blinda Letta e il vicepremier Alfano: «È assai delicato e azzardato evocare responsabilità "oggettive" per dei ministri». Ci sono ragioni politiche complessive e una ricostruzione del Colle che attribuisce pesanti responsabilità nel pasticcio all’ambasciatore kazako («pressioni e interferenze inammissibili») e ai nostri funzionari ministeriali («sanzionati opportunamente dal governo»), dietro lo scudo che il capo dello Stato solleva a protezione di Palazzo Chigi che balla. Un governo che non ha alternative. Se cade, avverte Napolitano parlando alla cerimonia del Ventaglio, «potrebbero essere irrecuperabili i contraccolpi sui mercati finanziari e nelle relazioni internazionali». Ma poi, per spingere il paese verso quale sbocco? Il capo dello Stato non ne intravede. Ecco dunque l’alt alle manovre dei falchi annidati trasversalmente nella maggioranza: «Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine», per il rifiuto di prendere atto di ciò che il risultato elettorale «ha reso obbligato», ovvero le larghe intese. Con «l’invito» a quelli che lavorano «su ipotesi più o meno fumose o arbitrarie» a non contare su decisioni che comunque «spetterebbero al presidente della Repubblica». E qui non solo Napolitano avvisa che resta sbarrata la strada delle elezioni anticipate, ma riecheggia anche la minaccia di dimissioni dal Quirinale evocata nel discorso di insediamento alle Camere. Uno stop alla guerriglia antigovernativa che sembra diretto, in particolare, a Matteo Renzi e ai suoi che vogliono la testa di Alfano.

Ma ce n’è anche per i pasdaran del centrodestra e la tentazione di scaricare sul governo i guai processuali del Cavaliere. «Si sgombri il terreno chiede il capo dello Stato - da sovrapposizioni improprie come quella tra le vicende giudiziarie del l’on. Berlusconi e prospettive di vita dell’attuale governo». Per evitare il cortocircuito bisogna affidarsi «con rispetto», «senza pressioni né in un senso né nell’altro», alle decisioni della Cassazione sul processo Mediaset. La richiesta a Berlusconi a difendersi nel processo e non dal processo, e in questo senso la linea dell’avvocato Coppi sarebbe apprezzata al Colle. L’udienza della Suprema Corte è convocata per il 30 luglio ma filtra l’ipotesi di uno slittamento per un riconteggio in corso dei termini di prescrizione. Sarà forse perché non avvista terremoti in arrivo che Napolitano da domani parte per le vacanze. Una decina di giorni in montagna nell’Alta Val Pusteria, a fine mese il rientro a Roma per qualche giorno, quindi un secondo periodo di riposo fino a Ferragosto. Ma prima, su tutti i fronti aperti, smina il cammino del governo. A partire dal caso kazako. Napolitano condanna la «precipitosa espulsione» della Shalabayeva e di sua figlia ma le responsabilità ricadono in primo luogo sulla «distorsiva e reticente rappresentazione» fornita dall’ambasciatore kazako, «atteggiamenti inammissibili da parte di qualsiasi diplomatico straniero». Giudizio durissimo, nato dopo l’incontro di Napolitano con la Bonino la sera prima, e che potrebbe preludere alla revoca del gradimento per l’ambasciatore.

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