Napolitano: situazione imprevedibile

Dalla Rassegna stampa

A soli cinque giorni dal B-day l’istantanea perfetta della situazione politica la scatta il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Il seguito nessuno è in grado di prevederlo, può farlo solo chi ha una speciale sfera di cristallo. Vedremo insieme come andrà a finire». Consapevoli di quanto sia ancora incerto l’esito del doppio referendum su Berlusconi di martedì prossimo, i due schieramenti si contano, aprono trattative dell’ultima ora con gli avversari e preparano eventuali exit strategy. Il premier Berlusconi trascorre il ponte dell’Immacolata a Roma, chiuso a Palazzo Grazioli tra incontri e telefonate da calciomercato. Questa sera riunirà i vertici del Pdl per fare il punto della situazione. Intanto Marco Pannella - leader dei Radicali che a Montecitorio contano sei deputati eletti con il Pd - rende noto che l’altro ieri dopo aver visto Bersani si è recato dal Cavaliere: «Non per parlare del 14 dicembre - spiega alludendo alla sua pattuglia che potrebbe salvare Berlusconi - ma delle situazioni che ne scaturiranno dopo».
 
 Oggi anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, vedrà i suoi nella sede di Farefuturo. Non sarà una riunione facile, visto che nel partito falchi e colombe tornano a fronteggiarsi a viso aperto. Mentre i duri come Italo Bocchino, pur smussando la posizione sul reincarico a Berlusconi, continuano a chiederne le dimissioni, le colombe invocano che l’intesa sia raggiunta prima della fiducia e senza passo indietro del premier. Idea avanzata da Silvano Moffa, che aggiunge: «È una posizione che interpreta il sentimento di tanti finiani, anche se molti non hanno il coraggio di dirlo». Solo Matteoli afferma pubblicamente che Moffa va nella giusta direzione. E così il Pdl - che continua a opporsi alle dimissioni del Cavaliere - si incunea nell’apertura delle colombe del Fli. «È un percorso auspicabile e del tutto percorribile», commenta Maurizio Gasparri. Per il resto nel predellino si va avanti con la guerra psicologica in vista della fiducia. Per il sottosegretario Bonaiuti la prossima settimana «maghi e stregoni resteranno senza lavoro perché il governo avrà la fiducia anche alla Camera». Intanto torna a farsi sentire la Lega, pubblicamente defilata ma dietro le quinte attiva nel lavorio diplomatico in vista del 14. Il capogruppo Marco Reguzzoni ribadisce che il Carroccio confermerà la fiducia a Berlusconi («alui non c’è alternativa») e si dice certo che «la manovra di palazzo è destinata a naufragare». Ma una traccia sugli umori più profondi dei padani la dà Stefano Stefani, che definisce «una bella scommessa» un accordo con i finiani prima di martedì e si dice «personalmente» contrario a un allargamento all’Udc. Tuttavia - aggiunge interpretando quello che molti leghisti ormai pensano - «se la situazione economica ci impone di evitare il voto, per il bene del Paese siamo disponibili a farlo». Come dire, alla fine l’Udc lo potremmo accettare. Dal canto loro i centristi attaccano: il governo anziché occuparsi della crisi «gioca con il pallottoliere».

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