Napolitano: sciagura inaccettabile

Dalla Rassegna stampa

Ci sono due inchieste della magistratura che dovranno fare luce sul dramma di Barletta, quella palazzina implosa a mezzogiorno e mezzo di due giorni fa, uccidendo quattro giovani donne e una ragazzina. Ma ora si è capito che dentro la tragedia ce n'era un'altra: il lavoro nero. Le operaie dell'opificio tessile al pian terreno dell'edificio crollato, erano giovani donne che lavoravano come potevano, fuori da ogni regola e per una retribuzione di 3,95 euro l'ora. Prendere o lasciare: funziona così in tanta parte del Sud (ma anche in qualche zona del Nord). La Guardia di Finanza sta indagando su questo.

E quindi al dolore, allo sgomento, al brivido che ha attraversato tutto il paese, ieri si è aggiunta una duplice riflessione da parte di politici (non tutti) e sindacalisti: la prima è sugli abusi edilizi e le leggerezze commesse in questo campo (a cominciare dai condoni), la seconda sul lavoro illegale, nero o come vogliamo chiamarlo.

Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha trasmesso un messaggio al sindaco di Barletta, Nicola Menfi, ieri mattina, quando la vicenda del lavoro nero non era ancora emersa, e quindi ha parlato soprattutto di dolore e di sicurezza abitativa. Ma è nota la sua sensibilità per la tutela dell'occupazione e la sua battaglia contro gli incidenti sul lavoro.

«L'inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, impone l'accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità - dice nella missiva il Presidente - e soprattutto l'impegno di tutti, poteri pubblici e soggetti privati, a tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e vigilanza». Un monito, ma anche un momento di «commossa e affettuosa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime» e un augurio «di pronta guarigione» ai feriti. Napolitano ha però'- sia pur con i toni pacati che sì addicono alla sua carica - ricordato che il dramma non è campito nel nulla, ma che la città di Barletta è stata «già duramente colpita negli anni da analoghi gravi eventi».

Il Presidente non cita - come prevedibile - gli abusi edilizi, le leggerezze nel dare le licenze, i mancati controlli, i devastati effetti dei condoni edilizi. Temi che invece - si ritrovano in molte dichiarazione dei politici. Qualcuno, come il segretario radicale, Mario Staderini, ha addirittura parlato di «strage di Stato», in quanto chi ha voluto (o tollerato) la causa, deve farsi carico anche dell'effetto.

L'intervento del Quirinale ha dato risalto al coro di tutti gli altri, a cominciare da quello del presidente del Senato Renato Schifani, del ministro - pugliese - Raffaele Fitto, dell'ex premier Massimo D'Alema, eletto in Puglia. La Regione, presieduta da Nichi Vendola, alla solidarietà ha fatto seguire un intervento concreto, con lo stanziamento di 200 mila euro per far fronte alle prime necessità. Una sollecitudine istituzionale che non ha impedito, però, a Vendola, di evidenziare il cuore del problema: «Stiamo diventando bravi nella gestione delle emergenze - ha detto - ma dobbiamo lavorare nel prevenirle, per combattere il partito del cemento e investire sulla riqualificazione delle periferie».

«Spetta naturalmente alla magistratura fare luce sulle responsabilità - ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, con riferimento sia alla tragedia sia al lavoro nero - Ma bisogna che il nostro paese ritrovi il senso delle priorità. La dignità del lavoro e la sicurezza sul lavoro sono elementi ineliminabili di un paese civile». Per il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere «La notizia che le lavoratrici decedute fossero al nero, aggrava ancora di più il quadro delle responsabilità». Oggi le salme delle giovani donne, trattenute per l'autopsie, saranno restituite alle famiglie. Ci sarà una camera ardente collettiva. Domani i funerali.

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