Napolitano: Investimenti esteri cruciali

Per uscire dalla crisi bisogna attrarre investimenti stranieri. «L’afflusso di investimenti esteri è cruciale per dare uno stimolo innovativo alla ripresa produttiva e all’occupazione. Non solo per l’apporto di capitali freschi, ma per il contributo di persone e di idee, di modelli produttivi e organizzativi, di nuove tecnologie e sistemi. Il panorama economico e industriale ne beneficia grandemente in diversificazione e competitività». Il messaggio de presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è arrivato alla platea dell’auditorium di Confindustria, dove erano seduti un centinaio di manager di multinazionali, ambasciatori, ministri, vertici dell’organizzazione confindustriale.
L’Italia è in coda alle classifiche, come è emerso anche dalla ricerca presentata ieri. E Napolitano ha esortato a reagire: «Sta alle istituzioni pubbliche promuovere politiche in grado di attrarre gli investimenti di cui il paese ha bisogno e rimuovere le inadeguatezze normative e amministrative che impediscono all’Italia di acquisire così significative potenziali risorse». È stato questo il filo conduttore degli interventi di ieri mattina, durante il convegno "Più mondo in Italia, per la crescita delle imprese italiane", organizzato da Confindustria e dal Comitato investitori esteri della confederazione, guidato da Giuseppe Recchi. Dal governo e dalla politica, promesse e impegni. C’è il problema della flessibilità del lavoro: il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha proposto alle multinazionali in Italia un incontro sui loro problemi, per inserire modifiche durante la conversione del decreto del fare. C’è il problema del 2,2 milioni di giovani che non hanno un lavoro e non lo cercano, «altrimenti il peso di questi neet ci porterà a fondo, i giovani spingono l’innovazione».
Lavoro, ma anche fisco e burocrazia: e se le imprese denunciano un’eccessiva pressione e incertezza fiscale, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha annunciato che si sta impegnando affinché la delega fiscale «arrivi in Parlamento entro l’ultima settimana di luglio». Sempre prima delle vacanze Saccomanni vorrebbe risolvere anche la questione dell’Iva e dell’Imu. Una congiuntura più positiva faciliterebbe l’arrivo delle imprese estere: e il ministro dell’Economia ritiene che si stia andando verso la ripresa. «Il primo trimestre dell’anno è stato molto brutto, il secondo è un trimestre di stabilizzazione, penso che possa essere prodromico ad un consolidamento della ripresa, anche dopo le misure prese. Una luce un po’ più positiva la stiamo vedendo in questi giorni», ha detto Saccomanni, anche vedendo il surplus dei conti pubblici, «tra i più alti del decennio».
Il ministro dell’Economia pensa anche di poter accelerare i pagamenti della Pa, dopo il monitoraggio di settembre, nei primi sei mesi del 2014. Comunque bisogna tagliare la spesa per mantenere gli impegni fiscali, «un’opera di ingegneria che non si fa in pochi giorni». Anche il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, punta sul fisco, «non tagli generici, ma in alcuni settori» convinto che l’Imu sui beni delle imprese non debba essere pagato e che l’obiettivo sia eliminare definitivamente l’aumento dell’Iva, annunciando che nel giro di due mesi funzionerà il Desk Italia come interlocutore per chi vuole investire nel nostro paese. Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ha denunciato che «gli avvocati, le grandi lobby frenano le riforme. Il sentimento comune nel governo c’è solo a parole». Con il ministro degli Esteri, Emma Bonino, che parla di «un pacchetto di misure chirurgiche» per stimolare gli investimenti esteri, anticipando che se ne parlerà nella riunione di governo della prossima settimana. Meno fisco e meno burocrazia sono gli obiettivi indicati dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «L’Italia è sempre venuta fuori dalle crisi grazie al suo talento, investire in Italia è fashion».
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