Napolitano abbraccia Alemanno E gela Bossi: «Solo Roma è la capitale»

Dopo 140 anni, per la prima volta, il presidente della Repubblica italiana e il Segretario di Stato del Vaticano celebrano insieme la breccia di Porta Pia. Al tempo stesso Giorgio Napolitano e il sindaco Alemanno respingono la visione leghista di "Roma ladrona", e si riconoscono in Camillo Benso conte di Cavour che vedeva nella città dei sette colli l'unica capitale possibile per l'Italia.
SE PER il Capo dello Stato è innegabile che «nessuna ombra pesi sull'unità d'Italia che venga tra istituzioni dello Stato repubblicano e istituzioni della Chiesa cattolica», il cardinale Bertone dice, a nome del Papa, che «Roma è l'indiscussa capitale d'Italia». Al che Napoletano sottolinea che la presenza del cardinale «riconferma il rispetto della Santa Sede per Roma capitale dello Stato italiano». Ma il Segretario di Stato è andato oltre: «Nel reciproco rispetto della loro natura e delle loro funzioni, la comunità civile e quella ecclesiale desiderano praticare in questo paese una vasta collaborazione». E Napolitano, che riceve dal sindaco di Roma la cittadinanza onoraria della Città Eterna, scrive sul libro d'oro del Comune che «lo Stato nazionale cambia ma resta sempre saldamente unitario». Un concetto che sottolinea, in polemica con alcune posizioni della Lega, quando nel suo discorso davanti all'Assemblea capitolina dice: «E' mio doveroso impegno e assillo che non vengano ombre da nessuna parte sul patrimonio vitale e indivisibile dell'unità nazionale di cui è parte integrante il ruolo di Roma Capitale, un ruolo che non può essere negato contestato o sfilacciato nella prospettiva che si è aperta e sta prendendo corpo di un'evoluzione più marcatamente autonomista e federalista dello Stato italiano».
NAPOLITANO ha citato più volte Cavour ricordando che la «decisiva» presa di posizione del grande piemontese per Roma capitale giunse all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia. «L'idea di Roma - ha sottolineato - fu tra le grandi finti di ispirazione del movimento per l'unità e l'indipendenza dell'Italia» ed essa, come dimostrano le parole di Cavour, non è legata solo al nome di Giuseppe Mazzini e «alla sua sfida eroica e precorritrice del 1849».
DURAMENTE antileghista l'intervento del sindaco Alemanno per il quale «non esiste affatto la Roma ladrona che alcuni si ostinano a stigmatizzare». Per rendersene conto, sottolinea il primo cittadino, basta confrontare i dati del gettito fiscale della città che sono di venticinque volte superiori ai finanziamenti che Roma riceve dallo Stato.
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