Mubarak esce dal carcere e va in ospedale

IL CAIRO Nessuno ci credeva veramente ma alla fine, ieri, l’ex raìs Hosni Mubarak è uscito dalla prigione cairota di Tora. Un ennesimo colpo alla rivoluzione egiziana e uno dei sintomi più evidenti della restaurazione verso la quale pare dirigersi in modo inesorabile il paese dei Faraoni. Un duro colpo per il movimento di piazza Tahrir ma anche per i Fratelli musulmani, in una doppia partita che vede per il momento i militari dare scacco ai rispettivi avversari. Dopo l’ordine di scarcerazione, Hosni Mubarak «è stato trasferito in elicottero presso un ospedale militare», recita un comunicato dell’ agenzia di stampa egiziana Mena. La struttura militare è quella di Maadi, al Cairo. Pare sia stato lo stesso raìs a chiedere il ricovero in ospedale a causa delle sue precarie condizioni di salute. Fuori dal carcere, oltre alla stampa, diversi sostenitori dell’ex presidente. Il resto degli egiziani però non sembra preoccuparsi più di tanto. Altri problemi assillano la popolazione. In cima alla lista la sicurezza e il lavoro. Poche persone si sono radunate infatti ieri per protestare a Piazza Tahrir, epicentro della rivoluzione egiziana, dove alcuni militanti del movimento "6 aprile", con lo slogan «no a Mubarak, Tantawi e Morsi», sono stati sgomberati dalla polizia dopo una mezz’ora di sit-in, mentre i pro-Morsi sono invece scesi in strada nei pressi di Nasr City, nel nord est della capitale. Sin da ieri mattina infatti i militari avevano cinturato la zona impedendo alle macchine di percorrere diverse vie del quartiere, mentre venivano poste transenne e posizionati soldati in assetto di guerra. Impossibile l’accesso anche ai giornalisti.
Altre manifestazioni si sono volte nel resto del Paese, come a Ismailiya, Minya e Suez. Per oggi però è previsto il grosso delle proteste in sostegno ai Fratelli musulmani, con un venerdì di preghiera che è stato chiamato "il venerdì dei martiri", e manifestazioni di parte opposta contro i militari al Cairo. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da dirigenti dell’Alleanza per il ripristino della legalità (sostenitori dell’ ex presidente Morsi), si prospetta un venerdì buio con la previsione di numerosi morti. Commenti alla scarcerazione di Mubarak ci sono state anche all’estero. Il responsabile della Farnesina, Emma Bonino ha riferito che «l’intera parte dell’incriminazione di Hosni Mubarak e la fase processuale hanno avuto fasi e procedure veramente poco convincenti. Mi pare che l’utilizzo della giustizia a fini politici si ripeta, come è successo all’inizio degli sconvolgimenti in Egitto», citando anche il caso del dimissionario vicepresidente Mohamed el Baradei, che dovrà rispondere dell’accusa di tradimento. Ieri sera Tamarod, il movimento dei "giovani ribelli", aveva chiesto al governo di fare quanto in suo potere per tenere l’ex raìs in cella. Ma non c’è stato niente da fare: il premier Hazem Beblawi, in qualità di vicecomandante supremo delle Forze armate, ha autorizzato la libertà condizionata e i domiciliari a Mubarak. Nello stesso tempo la procura egiziana ha aperto una inchiesta proprio nei confronti del movimento e dei suoi leader Mahmud Badr, Mohamed Abdel Aziz e Bhassan Chahin, per aver proposto di manifestare contro la liberazione del deposto raìs, mentre continuano gli arresti nei confronti della dirigenza della Fratellanza musulmana. Dal 14 di agosto sono almeno 75 le persone finite in carcere.
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