Mozione contro Alfano Il Pdl: «Così cade Letta»

Dalla Rassegna stampa

Se salta Angelino Alfano si ferma automaticamente anche il cammino del governo. L’avvertimento del Pdl a Enrico Letta sul caso della moglie del dissidente kazako rimpatriata insieme alla figlia e al cognato è arrivata di prima mattina per bocca del capogruppo alla Camera Renato Brunetta: «t chiaro che senza di lui l’esecutivo non va avanti - ha spiegato-Però le mozioni di sfiducia individuale che io considero atti aberranti di sindacato ispettivo, normalmente rafforzano la persona oggetto della speculazione e il Governo e indeboliscono chi le propone». Un rischio che non ha scoraggiato i parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Sinistra e Libertà che insieme hanno presentato una mozione di sfiducia contro Alfano. L’atto parlamentare ripercorre le tappe salienti della vicenda e afferma che «risultano clamorosamente evidenti sia le violazioni di norme ordinarie e costituzionali, nazionali ed europee, sia la responsabilità politica in capo al ministro dell’Interno, il cui comportamento da un lato rischia di compromettere, fatalmente, le vite di una madre e di una bambina del tutto innocenti e la cui unica colpa era stata quella di fare affidamento sulle istituzioni italiane e dall’altro la gravissima compromissione della credibilità internazionale dell’Italia e delle sue istituzioni».

«Circostanze che non consentono-si legge ancora nel testo- la ulteriore permanenza del ministro dell’Interno, in una carica di così grave responsabilità ed impegno». Dunque, «visto l’articolo 94 della Costituzione e visto l’articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica la mozione esprime la sfiducia al ministro dell’Interno e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni». Ma a far salire la tensione nella maggioranza è stato anche un editoriale del direttore di «Repubblica» Ezio Mauro nel quale chiedeva le dimissioni - immediate - sia del ministro dell’Interno sia di quello degli Esteri Emma Bonino. «Il partito di "Repubblica" vuole usare Alfano come bomba umana per fare esplodere il governo Letta-Alfano» ha replicato Daniela Santanché. Si tratta di un obiettivo politico, ha aggiunto, mosso «non per l’interesse del Paese e degli italiani coi loro tanti problemi, ma per l’interesse del suo candidato Renzi». E ad avvertire tutti che senza Alfano questo esecutivo non ha futuro è intervenuta anche Simona Vicari, senatrice del Pdl e sottosegretario allo Sviluppo economico: «Contro il vicepremier è in atto una spietata caccia con l’unico obiettivo di mettere fine al governo di larghe intese e minare il processo di risanamento economico che questo esecutivo ha messo in atto».

«In tanti rimarranno delusi- ha proseguito-Alfano, a cui non può essere riconosciuta alcuna responsabilità, non si dimetterà e il governo andrà avanti portando a termine quel programma che il premier Letta nello scorso maggio presentò al Parlamento. L’Italia in questo momento ha bisogno di stabilità e dell’impegno serio che proprio questo governo, che tanti consensi ha ottenuto in Europa, sta garantendo e non certamente delle operazioni di basso profilo politico orchestrate da qualche giornale-partito». Alfano, intanto, aspetta per oggi sul suo tavolo il rapporto del capo della polizia Alessandro Pansa che dovrà spiegare cosa non ha funzionato nella catena di comando tra la Questura e il Viminale. E, proprio in attesa di quel resoconto, il ministro dell’Interno ieri ha preferito non parlare della vicenda, annullando anche un incontro pubblico per la presentazione di un libro al Senato insieme al presidente di palazzo Madama Pietro Grasso. L’altro ministro coinvolto nella vicenda, Emma Bonino, ha invece continuato a negare qualsiasi responsabilità in tutta la vicenda. «Per legge la Farnesina non ha alcuna competenza per espulsioni o estradizioni» ha ripetuto intervistata da Skytg24 «né ha accesso ai dati di cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da paesi terzi lo status di rifugiato politico». Chi ha sbagliato «lo dirà l’esito dell’indagine, attesa ad ore, al massimo domani», ha spiegato, raccontando poi di essere stata avvertita del caso «da una mail di una organizzazione umanitaria» e di aver immediatamente avvertito il 2 giugno il ministro degli Interni Angelino Alfano e il presidente del Consiglio Enrico Letta.

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