Mosca, due milioni di musulmani

A Mosca ci sono soltanto quattro moschee per due milioni di musulmani. La comunità islamica non ci sta e rilancia il suo accorato appello: avere a disposizione un luogo di culto in ciascuna delle dieci aree amministrative in cui è suddivisa la capitale russa. In caso contrario, sostengono i dirigenti musulmani, si rischia di esasperare le tensioni nazionali e religiose.
Ma è anche un problema di ordine pubblico.
In molti, ogni venerdì, sono costretti a recitare le loro preghiere in mezzo alla strada, occupando i marciapiedi. E si tratta di decine di migliaia di devoti ad Allah. Quella di avviare la costruzione di nuove moschee è, in realtà, una decisione tutt'altro che indolore: nelle zone di Mosca dove sorgono questi edifici, infatti, la coabitazione tra fedeli e abitanti non è facile. In molti dicono che ogni venerdì si ha l'impressione di non trovarsi in Russia.
Davanti a questi problemi il sindaco della capitale aveva deciso di realizzare un centro umanitario islamico nel quartiere nord-occidentale di Mitino, ma ha dovuto fare dietrofront in seguito alla rivolta dei cittadini. Il primo cittadino Sergei Sobyanin ha spiegato che non c'è modo di costruire altre moschee, dal momento che i due terzi dei fedeli non risiedono a Mosca. Contemporaneamente, in collaborazione con il patriarcato ortodosso, la municipalità ha varato un piano che prevede 200 nuove chiese in aggiunta alla 645 esistenti.
L'atteggiamento del sindaco riflette l'imbarazzo del Cremlino, stretto fra le rivendicazioni dei nazionalisti russi e quelle dei radicali islamici. Il tribunale di Kaliningrad ha recentemente condannato a tre anni di prigionia un uomo che aveva tentato, un anno fa, di far esplodere una moschea in costruzione che la popolazione non voleva. Al tempo stesso, le alte sfere musulmane temono che frange sempre più ampie di fedeli finiscano nelle mani degli estremisti se non vi saranno sufficienti luoghi di culto regolamentati.
I musulmani di Mosca formano una comunità che sfugge in gran parte alle statistiche. In assenza di luoghi di preghiera controllati in maniera ufficiale, questi immigrati sarebbero seguiti da gruppi radicali che continuerebbero a occuparsi di religione, ma senza sapere chi siano i predicatori e dove essi pronuncino i loro sermoni. C'è il rischio, insomma, che la situazione sfugga di mano. Nell'intera Russia vivono circa 20 milioni di musulmani e il governo vuole evitare che questa religione prenda troppo piede nel paese.
Paradossalmente, tuttavia, lo scorso 11 settembre è stata demolita la moschea cattedrale della capitale, costruita all'inizio del Novecento. Una decisione sofferta, perché non tutti i dirigenti islamici erano d'accordo. Si è parlato di motivi di sicurezza, ma c'è anche chi ha rilevato come l'edificio fosse privo di valore in quanto non perfettamente allineato alla città santa della Mecca. Al suo posto sorgerà un nuovo edificio di culto, che, stando alle previsioni, dovrebbe essere pronto tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014.
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