Morto in cella l'inchiesta in Parlamento

Dalla Rassegna stampa

La Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando, ha avviato un filone di inchiesta sul diritto alla salute nelle carceri. La decisione è stata presa dopo la morte del detenuto nigeriano Uzoma Emeka, 32 anni, condannato per spaccio di stupefacenti e deceduto nel carcere di Teramo il 18 dicembre. L`uomo, malato di tumore al cervello, 3 mesi fa avrebbe assistito al pestaggio di un altro detenuto proprio tra le mura di Castrogno. Di cui era stata anonimamente diffusa una registrazione fatta con un cellulare. L`indagine, affidata alle onorevoli Doris Lo Moro (Pd) e Melania De Nichilo Rizzoli (Pdl), dovrà accertare se per Emeka vi sia stata carenza di assistenza sanitaria. Ne è convinta la radicale-pd Rita Bernardini che aveva già chiesto spiegazioni al ministro della Giustizia, Angelino Alfano. E insiste: «Si sapeva che questo giovane era da tempo gravemente malato. Aveva testimoniato sul pestaggio di un altro prigioniero. Perché era ancora lì dentro? Un caso eclatante di morte in stato di abbandono». Il giorno di Natale lei e Marco Pannella saranno in visita a Castrogno. Dopo che l`autopsia ha confermato la causa della morte, si fa sentire il sindacato di polizia penitenziaria Sappe: «Ci ripugna sentire di morti sospette nelle carceri italiane perché questo vuole dire rappresentare i penitenziari come luoghi fuori dalle regole», dice il segretario Donato Capece. I colleghi del Sinappe respingono i sospetti («Non siamo aguzzini o assassini») e ringraziano «la correttezza e la velocità della magistratura che ha sgonfiato l`ennesimo caso Castrogno. Struttura che ospita 40o persone invece dei 230 per cui è costruita, sorvegliata da 155 agenti, mentre ne servirebbero 203.

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