Mori di anoressia a Regina Coeli «Ucciso dal mancato ricovero»

Dalla Rassegna stampa

Meno 25 chili in cinque mesi. Nel carcere di Regina Coeli, lentamente, il detenuto Simone La Penna, 32 anni, arrestato per spaccio, si lasciava morire rifiutando il cibo, la mente impazzita, logorata dall'incapacità di sopportare di vivere rinchiuso in una cella. E mentre il suo avvocato, invano, presentava istanze su istanze al tribunale di sorveglianza, invocando un ricovero salvavita in un normale ospedale.
Lo psichiatra e altri medici del penitenziario, fatalmente sbagliando, rassicuravano quei giudici, sostenendo che il giovane poteva essere curato anche dietro le sbarre e che dunque la sua anoressia mentale era comunque compatibile con il regime carcerario. Il giovane La Penna è morto che pesava 49 chili il 26 novembre del 2009 e queste sarebbero le circostanze causa dell'evitabile tragedia a quanto ipotizzato dai periti del tribunale di Roma che hanno presentato la loro relazione al pm Eugenio Albamonte.
 
ORRORE REGINA COELI
Per questo il magistrato si prepara a richiedere il rinvio a giudizio di alcuni dei sette medici del centro clinico del carcere di Regina Coeli inizialmente iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, mentre i restanti dovrebbero essere scagionati.
Ora la procura attende l'esito della perizia di parte, ma a quanto emerso da fonti investigative non so no le mancate cure al paziente che potrebbero essere contestate ai responsabili indicati nella perizia. Piuttosto, allo psichiatra e ai medici che avevano in cura La Penna si chiederà per quale motivo si ostinarono a non voler concedere la scarcerazione al detenuto, nonostante fosse evidente che sintomi della sua malattia mentale - rifiuto assoluto del cibo, vomito - stavano peggiorando giorno dopo giorno dal momento in cui il ragazzo era finito a Regina Coeli e per tutti i cinque mesi successivi.
Peraltro, il deperimento organico del 32enne, secondo i periti, era ormai giunto a un livello di serietà tale che nemmeno le terapie di nutrizione attraverso le flebo potevano garantirgli la salvezza. Ed è un fatto che quel maledetto 26 novembre La Penna fu trovato da due infermieri cadavere nel suo letto del centro clinico, stroncato da arresto cardiocircolatorio provocato da un fortissimo squilibrio dei valori del sangue. Erano passati undici mesi da quando il ragazzo, che già anni prima aveva avuto problemi di anoressia, era stato prelevato a casa sua e condotto nel carcere di Viterbo, dove aveva iniziato a perdere velocemente peso tanto da preoccupare seriamente i medici di quel penitenziario, che infatti lo avevano fatto ricoverare all'ospedale Belcolle della città laziale.

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