Moratti-Pisapia, è testa a testa

Dalla Rassegna stampa

Un’influenza gli ha impedito di partecipare alle ultime riunioni delle officine, i gruppi di lavoro che stanno mettendo a punto il suo programma, obbligandolo a fermare quella corsa iniziata lo scorso giugno è passata attraverso l’inattesa vittoria alle primarie di novembre. Ma a Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra alle prossime comunali di Milano, non mancano i motivi per essere soddisfatto.
 
 Secondo un sondaggio Swg, la coalizione che lo appoggia (Pd, Sel, Idv, Radicali e una lista civica della sinistra con il suo nome) raccoglierebbe il 41,5 per cento dei voti, poco meno del 43 per cento messo insieme dal raggruppamento Pdl-Lega. La Destra, a sostegno del sindaco uscente Letizia Moratti, costretta dunque al ballottaggio. Segno che la partita alle prossime amministrative milanesi è davvero aperta. E il principale merito di Pisapia fin qui sta nell’essere riuscito a tenere insieme le diverse anime del centrosinistra meneghino, facendo digerire al Pd, schierato a sostegno di Boeri alle primarie, la propria candidatura e riunendo attorno a sé un consenso forse inaspettato.
 
 Domani, al teatro Franco Parenti, dove si svolgerà la convention dei democratici milanesi, arriverà anche Bersani a benedire la corsa dell’avvocato penalista di Sel, dando il via a una campagna elettorale finora fagocitata dal Rubygate, dall’affaire Minetti e dalle storie di via Olgettina, che su giornali e nel dibattito politico quotidiano tolgono appeal alle tematiche locali. E la prima incognita con cui dovrà fare i conti Pisapia è proprio la possibilità della fine della legislatura e del voto anticipato, ipotesi che non può essere esclusa e che sposterebbe ancora di più il dibattito su temi nazionali, in cui storicamente a Milano il centrodestra ha gioco più facile. E una candidata come Letizia Moratti, in calo di consensi e poco amata dalla Lega, che ha accettato la sua riconferma solo in cambio dell’assicurazione della poltrona di vicesindaco a un proprio esponente, potrebbe solo avvantaggiarsi da una campagna giocata sulla contrapposizione politica piuttosto che sui problemi quotidiani dei cittadini.
 
 Il secondo punto interrogativo si chiama Polo delle Nazione. Sempre per i sondaggi Swg, il cartello composto da Api, Udc e Fli, in città vale tra il 9 e il 10 per cento e potrebbe essere potenzialmente decisivo per il ballottaggio. Il candidato, però, al momento resta un fantasma. I nomi più accreditati sono quelli del presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri e di Bruno Tabacci. Ma nulla è ancora deciso e l’impressione è che i centristi stiano navigando a vista in attesa di conoscere dell’esito delle inchieste della procura di Milano e i loro effetti sulla tenuta del governo, e soprattutto, dell’asse Pdl-Lega.
 
 L’ultima incognita si chiama Mattia Calise, ha 20 anni ed è uno studente di scienze politiche dell’Università statale. È il candidato sindaco scelto dai simpatizzanti del movimento Cinque Stelle, capace di conquistare a Milano alle ultime regionali 45mila voti, pari al 3 per cento. In base al sondaggio Swg, a maggio la lista di Grillo potrebbe valere il 5 per cento, percentuale importante in una sfida all’ultimo voto come si preannuncia quella per Palazzo Marino. Pisapia non si scompone: a ogni sua uscita pubblica predica il verbo del dialogo, a suo avviso, possibile con il Terzo polo, «il cui progetto politico a Milano è più vicino a quello del centrosinistra che a quello della Moratti» sia con i grillini, senza pregiudizi. Quelli dell’establishment del Pd nei suoi confronti li ha già battuti, con la sua «forza gentile», che solo un fastidioso virus influenzale è riuscita a fermare.

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