Morassut: non siamo un comitato elettorale

Dalla Rassegna stampa

Dialogo serrato, ma senza sorprese, alla direzione regionale di ieri del Pd del Lazio, chiamata ad analizzare il risultato negativo delle ultime Regionali. Il dibattito, ricco di interventi, è stato interrotto in serata e aggiornato a lunedì prossimo. Quando si saranno svolti gli stati generali romani del partito, in programma venerdì e sabato, e il quadro cittadino sarà più chiaro. Sul tappeto l’ipotesi di convocare l’assemblea regionale del Pd, per mettere in discussione la segreteria di Alessandro Mazzoli.
«Pensavo e continuo a pensare che quella di Emma Bonino fosse la migliore candidatura possibile - ha detto nel suo intervento Mazzoli, esponente della maggioranza bersaniana. La sua candidatura ha riaperto la partita, ha riunito il campo del centrosinistra, siamo stati in campo per vincere». Mazzoli ha ricostruito il percorso politico che ha condotto alla candidatura della vice presidente del Senato. «Dopo la vicenda traumatica che ha coinvolto Marrazzo, che si sarebbe candidato in un quadro politico che andava da Sinistra, Ecologia e Libertà all’Udc - ha spiegato - abbiamo dovuto ricostruire il campo in cui muoverci. Abbiamo verificato diverse ipotesi e candidature, tra cui quella di Zingaretti».
Per il segretario regionale del Pd quella del presidente della Provincia di Roma «era la proposta più forte: con lui avrebbe potuto realizzarsi l’alleanza con l’Udc. Ma aveva ragione Nicola, l’Udc non avrebbe scelto noi e sarebbe stato un errore lasciare la Provincia a due anni dal voto». Dopo la candidatura l’analisi del voto ha affrontato il tema delle liste.
«In queste settimane ho ascoltato analisi valutazioni sulla composizione liste sulle quali concordo: è vero si poteva fare di più e meglio - ha ammesso Mazzoli - Sapevamo chela scelta di ricandidare gli eletti avrebbe prodotto determinati risultati, la l’assenza delle donne in Consiglio regionale nel nostro gruppo è un fatto grave, che contraddice le ragioni fondanti stesse del nostro partito».
Critiche le valutazioni di Roberto Morassut, coordinatore regionale di Area democratica, la corrente che fa capo a Dario Franceschini: «Noi abbiamo bisogno di superare una fase di correntismi e di personalismi, in cui si coltivano piccoli orticelli - ha sottolineato Morassut - Senza voler demonizzare la ricerca delle preferenze, non c’è dubbio che seguendo questa linea il partito rischia di essere solo la somma dei comitati elettorali dei singoli candidati». «Non voglio fare di Mazzoli il colpevole - ha aggiunto l’ex segretario regionale del Pd - Ma sui singoli temi della campagna elettorale l’iniziativa politica
del partito non si è vista. Abbiamo perso delle elezioni che si potevano vincere».

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