Moody's affonda Milano. Tutti contro le agenzie

L’euro è già scivolato sui valori minimi, a 1,27 euro, sui timori di contagio della crisi greca quando le agenzie di stampa battono l’annuncio di Moody’s. L’agenzia di rating avverte che c’è rischio per le banche di Portogallo, Spagna, Regno Unito e anche d’Italia, diffondendo così il panico nelle Borse
europee già aperte. A Piazza Affari partono, incontrollate, le vendite ed il listino perde il 4,27% tornando ai livelli del luglio scorso ed annullando la risalita fatta. A determinare la caduta dell’indice è il crollo dei titoli bancari: Mediobanca chiude in calo dell’8%, Intesa SanPaolo del 7,73%, Unicredit del 7,42%. E poi ancora Ubi, Mps e Banco Popolare calate rispettivamente del 6,79%, del 6,61% e del 6,35%. In una sola giornata, mentre le altre piazze europee alla fine limitano i danni con Parigi in flessione del 2,2%, Londra dell’1,5% e Francoforte dello 0,84%, la Borsa di Milano brucia quasi 17 miliardi. E sotto pressione finiscono anche i titoli di Stato italiani per i quali si continua ad allargare, salendo oltre i 150 punti base, il differenziale di rendimento fra Btp decennali e Bund tedeschi di uguale durata. Poco importa che nelle ore successive Moody’s faccia sapere di non aver cambiato il suo voto sul sistema creditizio italiano giudicato complessivamente solido, e che due altre agenzie Standard & Poor’s e Fitch confermino il loro rating ed escludano mutamenti di giudizio sulle banche europee. Le preoccupazioni si diffondono e la speculazione galoppa. Per far tacere voci ed illazioni interviene seccamente la Banca d’Italia: il «sistema bancario italiano è robusto, il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto, il debito complessivo di famiglie, imprese e Stato è inferiore rispetto ad altri Paesi» fanno sapere da via Nazionale.
Il richiamo è forte: la reazione dei mercati, insiste la Banca d’Italia, «è del tutto ingiustificata. L’esposizione diretta delle banche italiane verso la Grecia è assai contenuta. Si tratta di crediti e titoli per un totale di circa 5 miliardi alla fine del 2009, pari allo 0,2 per cento del totale delle attività del nostro sistema bancario». Il sistema bancario italiano, inoltre, può «fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancari e della provvista all’ingrosso». Si muovono anche il presidente dell’Abi Corrado Faissola e l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera: «Il nostro sistema bancario è passato attraverso la crisi finanziaria restando solido». Da Lisbona dove è riunito il consiglio direttivo della Bce, il presidente Jean-Claude Trichet taglia corto: il rischio di default per la Grecia, che resta un caso isolato «è fuori discussione, semplicemente» dice aggiungendo che l’Eurozona «ha bisogno di un’applicazione più severa delle regole che già esistono nel quadro del Patto di stabilità».
La tensione resta alta, interviene il premier, Silvio Berlusconi: «Le agenzie di rating hanno perso credibilità: bisogna regolamentarle». Comunque sull’Italia non hanno effetto perché, aggiunge Berlusconi
parlando con i suoi collaboratori, «abbiamo i conti pubblici in ordine e la situazione è sotto controllo». In Parlamento interviene il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. L’Italia, dice il ministro, «è vaccinata» dai contagi, anche se «nessuno è immune». Non solo chi ha un alto debito, ma anche chi in Europa «ha il biglietto di prima classe», come la Germania. La situazione greca «è molto seria», la speculazione «minaccia la stabilità dell’intera area euro» ma il piano greco è «adeguato e credibile» e la soluzione potrà essere solo «comune e politica», afferma il ministro. «Dobbiamo sapere andare più lontano per evitare che la crisi si ripeta» sostiene Tremonti, annunciando per oggi il decreto sullo stanziamento italiano (5,5 miliardi di euro) per il pacchetto di aiuti dell’Europa ad Atene a cui si aggiungerà quello del Fmi per complessivi 110 miliardi. E sulla Grecia interviene anche l’ex premier Romano Prodi sostenendo che «è un test sul futuro dell’Europa e della sua capacità di stare insieme».
Ma l’attesa è per il vertice dei capi di Stato e di governo della Ue che si riunisce oggi a Bruxelles per fare il punto della situazione greca e discutere anche un eventuale rafforzamento del patto di stabilità europeo. E sono Francia e Germania a chiederlo ufficialmente con una lettera inviata al presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco, Angela Merkel si dicono «determinati» a mantenere «la stabilità, la solidità e l’unità dell’Eurozona». Per questo chiedono di rafforzare la sorveglianza dei Paesi con deficit eccessivi e vogliono l’introduzione di sanzioni più severe per chi trasgredisce. «Dobbiamo imparare dalla crisi greca - scrivono - e assumere le misure necessarie per evitare che una crisi della stessa natura si ripeta».
Tra queste nuove regole la Merkel e Sarkozy chiedono anche misure per consentire ai governi di far fallire le banche insolventi, «senza creare un rischio sistemico per tutto il settore finanziario». Si tratta di «una battaglia della politica contro i mercati» ha poi detto a Berlino Angela Merkel.
europee già aperte. A Piazza Affari partono, incontrollate, le vendite ed il listino perde il 4,27% tornando ai livelli del luglio scorso ed annullando la risalita fatta. A determinare la caduta dell’indice è il crollo dei titoli bancari: Mediobanca chiude in calo dell’8%, Intesa SanPaolo del 7,73%, Unicredit del 7,42%. E poi ancora Ubi, Mps e Banco Popolare calate rispettivamente del 6,79%, del 6,61% e del 6,35%. In una sola giornata, mentre le altre piazze europee alla fine limitano i danni con Parigi in flessione del 2,2%, Londra dell’1,5% e Francoforte dello 0,84%, la Borsa di Milano brucia quasi 17 miliardi. E sotto pressione finiscono anche i titoli di Stato italiani per i quali si continua ad allargare, salendo oltre i 150 punti base, il differenziale di rendimento fra Btp decennali e Bund tedeschi di uguale durata. Poco importa che nelle ore successive Moody’s faccia sapere di non aver cambiato il suo voto sul sistema creditizio italiano giudicato complessivamente solido, e che due altre agenzie Standard & Poor’s e Fitch confermino il loro rating ed escludano mutamenti di giudizio sulle banche europee. Le preoccupazioni si diffondono e la speculazione galoppa. Per far tacere voci ed illazioni interviene seccamente la Banca d’Italia: il «sistema bancario italiano è robusto, il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto, il debito complessivo di famiglie, imprese e Stato è inferiore rispetto ad altri Paesi» fanno sapere da via Nazionale.
Il richiamo è forte: la reazione dei mercati, insiste la Banca d’Italia, «è del tutto ingiustificata. L’esposizione diretta delle banche italiane verso la Grecia è assai contenuta. Si tratta di crediti e titoli per un totale di circa 5 miliardi alla fine del 2009, pari allo 0,2 per cento del totale delle attività del nostro sistema bancario». Il sistema bancario italiano, inoltre, può «fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancari e della provvista all’ingrosso». Si muovono anche il presidente dell’Abi Corrado Faissola e l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera: «Il nostro sistema bancario è passato attraverso la crisi finanziaria restando solido». Da Lisbona dove è riunito il consiglio direttivo della Bce, il presidente Jean-Claude Trichet taglia corto: il rischio di default per la Grecia, che resta un caso isolato «è fuori discussione, semplicemente» dice aggiungendo che l’Eurozona «ha bisogno di un’applicazione più severa delle regole che già esistono nel quadro del Patto di stabilità».
La tensione resta alta, interviene il premier, Silvio Berlusconi: «Le agenzie di rating hanno perso credibilità: bisogna regolamentarle». Comunque sull’Italia non hanno effetto perché, aggiunge Berlusconi
parlando con i suoi collaboratori, «abbiamo i conti pubblici in ordine e la situazione è sotto controllo». In Parlamento interviene il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. L’Italia, dice il ministro, «è vaccinata» dai contagi, anche se «nessuno è immune». Non solo chi ha un alto debito, ma anche chi in Europa «ha il biglietto di prima classe», come la Germania. La situazione greca «è molto seria», la speculazione «minaccia la stabilità dell’intera area euro» ma il piano greco è «adeguato e credibile» e la soluzione potrà essere solo «comune e politica», afferma il ministro. «Dobbiamo sapere andare più lontano per evitare che la crisi si ripeta» sostiene Tremonti, annunciando per oggi il decreto sullo stanziamento italiano (5,5 miliardi di euro) per il pacchetto di aiuti dell’Europa ad Atene a cui si aggiungerà quello del Fmi per complessivi 110 miliardi. E sulla Grecia interviene anche l’ex premier Romano Prodi sostenendo che «è un test sul futuro dell’Europa e della sua capacità di stare insieme».
Ma l’attesa è per il vertice dei capi di Stato e di governo della Ue che si riunisce oggi a Bruxelles per fare il punto della situazione greca e discutere anche un eventuale rafforzamento del patto di stabilità europeo. E sono Francia e Germania a chiederlo ufficialmente con una lettera inviata al presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco, Angela Merkel si dicono «determinati» a mantenere «la stabilità, la solidità e l’unità dell’Eurozona». Per questo chiedono di rafforzare la sorveglianza dei Paesi con deficit eccessivi e vogliono l’introduzione di sanzioni più severe per chi trasgredisce. «Dobbiamo imparare dalla crisi greca - scrivono - e assumere le misure necessarie per evitare che una crisi della stessa natura si ripeta».
Tra queste nuove regole la Merkel e Sarkozy chiedono anche misure per consentire ai governi di far fallire le banche insolventi, «senza creare un rischio sistemico per tutto il settore finanziario». Si tratta di «una battaglia della politica contro i mercati» ha poi detto a Berlino Angela Merkel.
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