Monti vuole Bersani schiacciato sulla Cgil

Dalla Rassegna stampa

Non ha aspettato di tornare in Italia, Mario Monti, per proseguire la campagna elettorale. Uno dei suoi principali obiettivi polemici, la Cgil, è stato evocato, senza che ne venisse pronunciato il nome, a Davos come sindacato che «ha resistito decisamente al cambiamento», responsabile di non aver fatto andare «avanti abbastanza» la riforma del lavoro.
«È ridicolo parlare di eterodirezione della Cgil sul Pd. Mi stupisco che Monti usi certi luoghi comuni sufflati dalla destra», aveva detto al mattino il segretario dem ad Agorà, aggiungendo che «la Cgil ha torto nell’essere così resistente nel decentramento contrattuale, ma ha ragione quando dice la sua sui criteri di rappresentanza».
La polemica a distanza tra Monti e Bersani ha segnato la giornata di ieri, nella quale l’altro protagonista, Silvio Berlusconi, è rimasto piuttosto in ombra.
Oltre che sul tema della Cgil e su quello degli esodati, lo scontro si è incentrato sulla «polvere sotto il tappeto » che il segretario del Pd è tornato a ipotizzare, citando due voci: gli ammortizzatori sociali (effettivamente un allarme sulla scopertura della cassa integrazione in deroga è stato lanciato dai governatori in conferenza stato-regioni) e il rifinanziamento delle missioni all’estero. «Può risuonare sinistro sui mercati internazionali», ha protestato Monti. «I mercati sanno leggere e scrivere», ha ribattuto Bersani.
Oggi il segretario interverrà alla conferenza di programma della Cgil a Roma. Dalla Camusso si ritroveranno anche Nichi Vendola e Bruno Tabacci (oltre al ministro Barca), che ieri hanno presentato con Bersani a Roma le liste del centrosinistra. «Noi la facciamo la foto di gruppo» ha detto il leader del Pd, invitando Monti a farne una con Casini e Fini, Ingroia con Ferrero e Di Pietro, Berlusconi con Storace e Maroni. «Così la gente capisce», ha ironizzato, escludendo cambi di alleanze dopo il voto.
In casa della Camusso Bersani dirà che c’è un obiettivo prioritario della coalizione di centrosinistra che coincide con quello enunciato dal sindacato: il lavoro, «nelle condizioni date e non in quelle inventate ». Poi, welfare universale nella trasparenza, politiche industriali, recupero fiscale, no alla patrimoniale.
Tornerà sulla questione degli esodati e infine, ribadirà la reciproca autonomia: noi siamo il Pd, voi siete la Cgil.

 

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