Monti show: Silvio rovinerà Italia «Alfano non è vivace con lui»

Dalla Rassegna stampa

Tira fuori le unghie, il premier. Mario Monti intervistato 'faccia a faccia' da Giovanni Floris, spiazza tutti, anche il conduttore di Ballarò per la durezza delle risposte. Ce n'è per tutti. Ai suoi tre competitor invidia, delle 'doti', ma nessuna virtù: «Non ho la capacità di manipolazione della realtà di Berlusconi. Non ho la convinzione di Bersani di poter gestire il Paese insieme a Vendola e Camusso. Non ho la vivacità di Grillo. Sono però d'accordo con Grillo che siamo in guerra con i caschetti. Condivido con Grillo le perplessità sulle possibilità di Berlusconi e Bersani di governare il Paese con le loro coalizioni».

Al leader del Pd, non risparmia anche una battuta quasi da cabaret: «Bersani è il volto simpatico della sinistra, ma è in mano a una coalizione che vede l'Italia come un'isola». Poi una considerazione che sembra intima, ma serve rispondere ancora al 'Financial Times' di ieri che l'ha criticato aspramente: «Ho avuto un corpo a corpo intellettuale con la Merkel. In Europa sono considerato un alleato scomodo della Merkel». Anche per Alfano neanche una parola buona: «Quando vedo Alfano insieme al suo capo non è molto vivace».C'è spazio anche per un pizzico di amarcord sempre in salsa 'centrodestrà: «Nel 1996 e 1997 consigliai l'ingresso di Forza Italia nel Ppe, adesso sono delusi». Quasi scontato, stando così le cose l'affondo anche contro Sel: «Vendola, esclusa l'ecologia, non risponde alle esigenze necessarie all'Italia».

Miele invece viene riservato ai suoi alleati, dimenticando tutte d'un colpo le lunghe frequentazioni di due suoi leader con il centrodestra tanto criticato: «Io non giudico il passato di Fini e Casini come di nessuno. Però Casini e Fini prima di altri hanno visto i limiti del bipolarismo. In secondo luogo, Casini ha appoggiato il mio Governo anche quando toccavano gli interessi delle categorie loro vicini. E Pd e Pdl non l'hanno fatto». Spazio poi al futuro: «Al primo cdm vorrei varare un taglio del 50% ai parlamentari. Poi faremo la riforma elettorale. E sui fondi ai partiti, il problema non è prenderli o no, ma ridurre tutti i costi della politica. Vorrei anche riprendere la riforma del titolo V della Costituzione, per fare le infrastrutture che sono necessarie per lo sviluppo del Paese». Infine una rivelazione choc: «Il centro non esiste». Monti torna professore, e dopo il titolo ad effetto spiega: «Per fare le riforme bisogna fare sia le cose che piacciono a Bersani, come la lotta alla corruzione, e quelle che piacciono a Berlusconi, come meno tasse. Io voglio fare riforme del lavoro che la Cgil impedisce, e riforme della giustizia che il Pdl impedisce».

 

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