Monti: Pd al governo, Merkel contraria

Dalla Rassegna stampa

È il caso di giornata che fa conquistare a Mario Monti i titoli italiani ma è anche il suo primo incidente diplomatico con la Germania. Già, perché ieri Monti è "caduto" sulla cancelliera tedesca e sul Pd. «La Merkel teme l'affermarsi di partiti di sinistra e credo che non abbia nessuna voglia di vedere arrivare il Pd al Governo». Dette così, a freddo, queste frasi suonano davvero inopportune ma quella del Professore era una risposta a Berlusconi che – poco prima – aveva affermato che l'alleanza tra Pd e Monti sarebbe «benedetta» dalla Merkel. E così il Professore per smentire la tesi berlusconiana cade in una trappola. «È falso, Berlusconi evidentemente stravede per la Merkel e vede anche l'irrealistico. Dubito che la signora Merkel voglia che un partito di sinistra vada al governo di un grande Paese europeo in un anno di elezioni per la Germania. Semmai auspicherebbe che sia il Pdl, che è con lei nel Ppe, a vincere». Nonostante le spiegazioni e la ricostruzione esatta delle parole di Monti, il Pd va ovviamente all'attacco ma arriva pure la smentita ufficiale di Berlino con un tweet del portavoce della Merkel: «La cancelliera non commenta la campagna elettorale italiana come non lo ha fatto nel passato».
Ma è pure Pier Luigi Bersani a rispondere al Professore. «Non so se è un problema della Merkel o un problema di Monti, questo non l'ho capito». Ma il leader Pd non si sofferma sul botta e risposta perché lancia la sua proposta di abolizione dei ticket: «È una delle tasse più odiose e ingiuste perché ricade su chi è più malato. Noi vogliamo eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare».
Ma se la Merkel apre un fronte tra Monti e il Pd, con Silvio Berlusconi il fronte è perennemente aperto e gli scontri sono all'ordine del minuto più che del giorno. Monti continua a scuotere il Cavaliere parlando di una «diaspora del Pdl» all'indomani del voto e della sconfitta berlusconiana. E lui ribatte: «Diaspora del Pdl? Monti ha perso qualunque credibilità verso il centro-destra». Il candidato premier di Scelta civica insiste immaginando una collaborazione con il centro-destra «ma senza Berlusconi e la Lega». La bordata più forte, però, è ancora sull'Imu perché Monti ripete che è un modo «di comprare il voto» soprattutto dopo la lettera di Berlusconi sulla restituzione della tassa (a Genova i sindacati segnalano gente in coda per chiedere il rimborso) che «forse gli farà guadagnare voti ma tra un anno dovranno cercare un altro professore per rimediare ai guasti». La prova della verità, però, è la scelta degli elettori: «Se gli italiani lo sceglieranno ancora, il problema non è lui ma siamo noi italiani». Monti invece non si candida al Quirinale né ritiene che il suo impegno in politica faciliti il suo approdo al Colle dove invece prima promuove Emma Bonino («sarebbe una candidata molto buona») e poi rilancia un secondo mandato per Giorgio Napolitano, che voterebbe «con vera gioia».
Tutto resta in aria sul fronte alleanze in attesa di vedere pesi e misure distribuiti dalle urne. L'obiettivo resta quello di coalizzare i riformisti, ma c'è un altro target per Monti: «Preservare la verginità di Berlusconi all'alcol» visto che il Cavaliere promette la sua «prima sbronza» se Monti-Fini–Casini saranno fuori dalle Camere.

 

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