Montecitorio difende i vitalizi Fini ferma la scure di Di Pietro

Dalla Rassegna stampa

Tagliare subito i vitalizi avrebbe significato risparmiare 138 milioni di euro. Zac, così, immediatamente. I dipietristi sono ferrati nei conti anti casta, e danno battaglia alla Camera «per l'abolizione immediata di ogni assegno vitalizio». Ma non ottengono nulla. Fini boccia l'ordine del giorno di Idv che, sul bilancio della Camera, ha il valore di una modifica. Inammissibile. «In contrasto con l'ordinamento - spiega il presidente di Montecitorio – per il futuro è doveroso intervenire, ma su quelli acquisiti nessun taglio». Di Pietro si scatena: «Questo bilancio è una lavata di faccia, il messaggio forte nel momento in cui c'è il paese in ginocchio era sui vitalizi, e voi togliete di mezzo la richiesta. Noi voteremo contro il bilancio».

Detto, fatto. Il bilancio - consuntivo per il 2010 e preventivo per il 2011 con i 151 milioni di risparmi nel triennio - viene approvato dalla Camera: Radicali e Idv votano contro. Ma nella stanchezza della sera, i dipietristi votano "no" a quello consuntivo e "sì" a quello preventivo, poi spiegano che volevano fare il contrario. Oggi anche il Senato voterà il proprio bilancio. Ma il dibattito in Parlamento scorre e s'aggroviglia su una cosa sola: la casta e i suoi privilegi. A Montecitorio ad ogni ordine del giorno presentato, il discorso batte dove la politica duole. Tuttavia c'è l'intesa bipartisan sul passaggio dai vitalizi al sistema-Inps per gli ex parlamentari, come il Pd ha chiesto in un ordine dei giorno. Accolto. Avverte Pierluigi Castagnetti, pd, presidente della giunta perle autorizzazioni: «I vitalizi saranno ristrutturati con il principio contributivo, ma è bene ricordare a noi, prima ancora che ai cittadini, che i vitalizi sono connessi all'articolo 67 della Costituzione e all'indipendenza della funzione parlamentare. Non attentiamo al principio di rappresentanza». E nell'aula della Camera si alza un applauso. «Un applaudo corale», lo definisce Fini. Dario Franceschini assicura che «si è chiusa la stagione del vitalizio», perché dalla prossima legislatura cambierà. Idv non s'arrende: Massimo Donadi, il capogruppo, cita i numeri: 1.400 sono gli aventi diritto al vitalizio. «I vitalizi sono un furto, la casta non vuole cambiare, i deputati versano al massimo 60 mila euro in cinque anni con la speranza di riceverne 440 mila se maschi, 550 mila se femmine...», elenca Antonio Borghesi. Dalla battaglia sui vitalizi si passa a quella sulle auto blu. I dipietristi vogliono, con un altro ordine del giorno, toglierle dimezzo tutte, lasciare solo quelle per il presidente della Camera e il segretario generale, e ridurre il parco macchine. Conteggi alla mano, dicono, ci sono una cinquantina di auto blu per vice presidenti, alti dirigenti di Montecitorio, questori, presidenti delle commissioni e capigruppo. Odg bocciato, a favore del quale con Idv vota il Pd.

Comunque. Gabriele Albonetti, questore della Camera, sottolinea la virtuosità dei 35 milioni restituiti all'erario per il 2011 e il contributo di solidarietà che vitalizi e pensioni d'oro dei dirigenti daranno a far data dal primo di agosto, con un risparmio di tre milioni e mezzo. Tanto per dire del clima che c'è in giro, subito dopo il voto di bilancio Fini riceve una delegazione di lavoratori della sanità (Fials) che gli consegnano una petizione firmata da 100 mila operatori sanitari con proposte di tagli alla politica e alla pubblica amministrazione, invece della stangata sui ticket. In aula Furio Colombo protesta: «Niente di quanto contenuto in ciò che stiamo per votare è una risposta al dramma del paese; noi discutiamo di dettagli e molti italiani sono disperati». Colombo non partecipa al voto sul bilancio. Dal Pdl parte l'idea di eliminare la Fondazione della Camera, «quella voluta da Casini», scandisce Amedeo La boccetta, e ora presieduta da Bertinotti. Non passa. Sulla graticola finisce anche il segretario generale Zampetti: un odg dei Radicali vorrebbe che l' incarico fosse a termine, bocciato. Oggi la partita-bilancio in Senato.

© 2011 La Repubblica. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e del tesoriere Michele Capano Salutiamo che per la prima volta un presidente del Consiglio parli di "referendum act", come ha fatto oggi Matteo Renzi: cioè di una proposta complessiva di riforma dell'istituto...
 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e del tesoriere Michele Capano   Solo superando le norme "medievali" che ostacolano la raccolta delle firme, la riforma costituzionale amplierà la partecipazione popolare come afferma il presidente...
"Di fronte a un flusso di migranti ormai costante da oltre due anni, le istituzioni e il territorio milanesi hanno deciso di intervenire tempestivamente per assicurare un'accoglienza dignitosa a migliaia di persone e garantire al tempo stesso una gestione ordinata all'intera città" così il...