Moderatamente gay

Dalla Rassegna stampa

La riammissione degli omosessuali dichiarati nell’esercito dopo 17 anni dal bando di Clinton noto come "don’t ask, don’t tell" è stata salutata nel fine settimana dal mondo liberal come una vittoria epocale sulla discriminazione. Il voto del Senato che ha aperto la strada ai gay nell’esercito è una vittoria del senatore indipendente (associato ai democratici) Joe Lieberman, che ha parlato della questione in termini di "diritti civili", delle comunità gay d’America e della sinistra liberal, finora frustrata dall’arte del compromesso di Obama. Nelle celebrazioni va segnalata l’eccezione del New York Times, bastione progressista, che ieri ha pubblicato un’inchiesta basata sulle interviste a oltre una ventina di soldati di stanza in Florida e North Carolina, da cui si evince che in linea di principio l’abolizione del "don’t ask, don’t tell" è considerata dai militari una svolta positiva, ma nella pratica quotidiana il giudizio è molto più prudente e moderato. Gli intervistati segnalano una serie di potenziali problemi: dalla poca disposizione al combattimento negli avamposti, fino ai problemi che potrebbero nascere dalle "tensioni sessuali" sul campo di battaglia; posizione di realismo operativo che ricalca le idee del capo del Pentagono, Bob Gates, che ha accolto positivamente la decisione, ma ha ammonito: attuare il provvedimento non sarà facile e richiederà tempo.

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