Mix di azionisti e manager nel cda della Rcs Quotidiani

Il primo tassello della lunga tornata di nomine che da Rcs Mediagroup arriverà fino alle Generali sembra sia stato posato. Nella riunione di oggi del patto di sindacato del gruppo editoriale che pubblica il Corriere della Sera, oltre all'approvazione del nuovo piano industriale, si getteranno le basi per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Rcs Quotidiani che dovrà poi passare al vaglio dell'assemblea del prossimo aprile. Dopo lunghe disquisizioni tra i grandi soci del gruppo, ha preso il sopravvento una soluzione di governance che ricalca il modello Mediobanca, cioè un misto tra manager e rappresentanti degli azionisti. La novità più importante, tuttavia, riguarda la decisione di confermare alla presidenza della Quotidiani Piergaetano Marchetti, considerato in questo momento una figura di garanzia. Scartata definitivamente, invece, l'ipotesi di eleggere al vertice Giuseppe Rotelli, l'imprenditore delle cliniche lombarde che ha acquistato negli anni scorsi diversi pacchetti di azioni Rcs diventando il primo socio fuori dal patto di sindacato con una quota potenziale dell'11 %.Verrà inoltre confermato nella sua carica Giorgio Valerio, già da tre anni amministratore delegato della Rcs Quotidiani.
Il ribaltone, dunque, riguarderà soltanto la composizione del consiglio di amministrazione che verrà completamente rinnovato con l'ingresso di rappresentanti di alcuni (non tutti) azionisti forti (partecipanti al patto) e di altri manager del gruppo editoriale. Tra i soci che aspirano da tempo a entrare nel cda vi sono sicuramente il presidente della Fiat Luca di Montezemolo, il fondatore
della Tod's Diego Della Valle, un di Mediobanca in quanto principale azionista del patto, Marco Tronchetti Provera e Giampiero Pesenti o qualcuno indicato dai loro gruppi di riferimento.
La quadratura del cerchio è stata trovata ieri dopo una serie di riunioni e incontri prima nella sede di Mediobanca e poi in quella di Italmobiliare, il cui presidente Giampiero Pesenti è anche presidente del patto Rcs. Giovanni Bazoli, numero uno di Intesa Sanpaolo, dopo una chiacchierata con Cesare Geronzi in piazzetta Cuccia - che forse ha toccato anche altri temi caldi del momento come Telecom e Generali - ha tenuto duro sulla difesa della presidenza Marchetti scongiurando così una sua sostituzione con Rotelli, considerato troppo vicino al governo Berlusconi, o con Berardino Libonati, il giurista che da anni gravita nell'orbita di Geronzi.
Il compromesso ha riguardato l'abbandono della linea di portare nel cda di Rcs Quotidiani esponenti della cosiddetta società civile, come era accaduto tre anni fa. Diversi azionisti hanno però chiesto e ottenuto una presa maggiore sul gruppo e in particolare sull'area quotidiani che con il Corriere e La Gazzetta dello Sport costituisce l'ossatura portante del gruppo editoriale. Ma grazie all'ostinazione di Bazoli e di Pesenti è stato evitato uno spostamento del baricentro dei poteri verso alcuni azionisti che aspirano a contare sempre di più nelle scelte editoriali e gestionali della casa editrice. Anche se ora bisognerà vedere come reagirà Rotelli al mancato ingresso nella stanza dei bottoni. Finora, in quanto azionista all'11% è riuscito a ottenere un posto nel cda della Rcs Mediagroup e un sindaco ma niente di più. In compenso la minusvalenza sulla partecipazione è lungi dall'essere colmata.
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