Misure contro la violenza 'di genere'

"Per combattere la violenza sulle donne abbiamo stanziato 18,6 milioni di curo, che ho difeso strenuamente da ogni tentativo di 'aggressione' dovuto alla crisi economica": lo ha annunciato ieri il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, nel corso della conferenza internazionale Wave (Women against violence Europe, donne contro la violenza in Europa) tenutasi a Roma. Il ministro Carfagna ha precisato che 10 di questi milioni saranno destinati ai centri antiviolenza, rispondendo così al grido d'allarme per il rischio di chiusura dei centri in Italia a causa della mancanza di fondi. 'Nell'ottobre 2010 - ha spiegato il ministro - abbiamo fatto un Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking.
Tra gli obiettivi del piano c'è il finanziamento dei centri antiviolenza esistenti e l'apertura di nuovi. Il Piano e' finanziato complessivamente con 18,6 milioni di curo: 6 milioni sono per far funzionate i centri pubblici e privati sul territorio nazionale, 4 milioni per l'apertura di centri residenziali per donne vittime di violenza, soprattutto nelle aree dove c'è un gap tra richiesta e offerta. Altri 300 mila curo andranno a progetti per una raccolta dati sulla violenza sessuale e 600 per corsi di formazione delle forze dell'ordine. I bandi sono già pronti e saranno pubblicati nelle prossime settimane. Infine, 3 milioni andranno a progetti presentati dai Comuni per migliorare la rete dei servizi pubblici e privati per le vittime".
In Italia esistono 125 centri antiviolenza, 99 dei quali gestiti da associazioni femminili, che possono fornire in tutto 500 posti-letto. Assolutamente insufficienti per il numero di donne, con o senza figli, che chiedono aiuto e che hanno bisogno di un luogo protetto e riservato dove vivere per sfuggire alla violenza, che nella stragrande maggioranza dei casi si compie tra le mura domestiche.
Secondo una indagine dell'associazione, che gestisce 58 dei 125 centri antiviolenza italiani, nel 2010 si sono rivolte ai loro centri 13.696 donne vittime di violenza. Cittadine italiane nel 71% dei casi, così come italiani nella maggior parte dei casi sono gli autori delle violenze.
E nell'84% dei casi si tratta di persone con le quali la vittima ha o ha avuto un legame profondo: mariti, fidanzati, conviventi, ex partner. Nel 2% dei casi le violenze sono state compiute dopo la fine della relazione o il divorzio.
Il 57% delle donne seguite dai Centri o dalle Case delle donne aderenti a Dire hanno subito almeno un tipo di violenza fisica, il 18% almeno un tipo di violenza sessuale, il 63% almeno un tipo di violenza psicologica, il 32% violenza economica (privazione o controllo del salario, abbandono economico, etc.), il 13% sono vittime di stalking.
Il 79% dei 58 centri considerati dalla ricerca hanno l'ente pubblico come principale fonte di finanziamento. Il ministro Carfagna ha quindi reso noti i dati del Viminale, secondo cui la violenza sessuale su donne di età superiore ai 14 anni è in leggerissimo calo, essendo passata dall'8% del 2008 al 7,8% del 2009. "E ciò fa ben sperare - ha detto Carfagna - in una ulteriore flessione in futuro. Ma anche un solo caso di violenza è gravissimo e non bisogna abbassare la guardia".
Per questo, ha spiegato, è stata fatta in Italia una legge anti-stupri "molto severa, che prevede l'ergastolo in caso di omicidio in seguito a violenza sessuale e abolisce i benefici premiali per gli autori delle violenze, oltre alla difesa gratuita delle vittime". E si sta rivelando efficace, ha aggiunto, anche la legge che definisce reato lo stalking e che sta incentivando le denunce: "dalle 378 denunce del gennaio 2010 si e' arrivati alle 650 del gennaio 2011 e ogni mese vengono arrestati cento stalker".
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