Mirabello, c'eravamo tanto odiati

È arrivata con la superscorta. Ce l'ha da 6 anni, quando venne pesantemente minacciata dall'ndrangheta. Angela Napoli, ex-preside di liceo, membro della commissione parlamentare antimafia, ha lasciato Silvio Berlusconi per Gianfranco Fini e alla Festa tricolore di Mirabello è accolta con tutti gli onori. Racconta di ritorsioni informatiche per l'abbandono del Pdl: «Ignoti mi hanno bloccato l'account su Facebook, dove ho circa 5.000 amici e 3.000 fan e con i quali quotidianamente scambio messaggi, in questo momento per lo più legati alla situazione politica nazionale e regionale. Neppure i tecnici, da me interpellati, sono riusciti a sbloccare il tutto. Sarà una coincidenza? Potrebbe darsi, ma guarda caso, sono l'unica parlamentare in Calabria ad avere aderito al gruppo Fli. Non v'è dubbio che c'è il tentativo di estendere la campagna d'odio, avanzata da qualche quotidiano nazionale e supportata dagli ex colonnelli di An, nei confronti del presidente della Camera anche ai parlamentari che si sono schierati dalla sua parte».
Gianfranco Fini incontrerà i "suoi" parlamentari domenica alle 15, una specie di «congressino» del Fli. Forse dovrà gettare acqua sul fuoco perché ci sono colonnelli e colonnelle pronte all'arrembaggio. Per esempio la Napoli, diventata plenipotenziaria finiana in Calabria, ha nel mirino Daniela Santanchè: «una come lei, femminista d'avanguardia, plurigraziata dagli uomini, si permette di chiedere le dimissioni della terza carica dello Stato. Dovrebbe avere il pudore di tacere, ogni provocazione ha un limite. Anziché chiedere a Fini di dare spiegazioni, abbia il coraggio di fornire lei adeguate motivazioni, ad iniziare dal perché, quando è stata omaggiata dal partito "La Destra", era la prima a sentirsi distante da Berlusconi. Dovrebbe spiegare perché sia riuscita ad ottenere la nomina di sottosegretario di Stato e quali siano state le sue funzioni espletate fino ad oggi con tale incarico. Dovrebbe dire qualcosa di vero sulla villa di Arcore e sugli appartamenti di Guido Bertolaso e di Claudio Scajola. Dovrebbe spiegare chi le ha suggerito di sostenere che le intercettazioni predisposte dai magistrati “violano la privacy” dei capi di Cosa Nostra. La politica non è avanspettacolo».
Non male, tra alleati. Ma l'eroina della giornata d'apertura della festa c'è l'ha pure con Feltri, reo di provocare le fibrillazioni all'interno della maggioranza di governo: «Forse la colpa è soprattutto di una persona che con la sua azione mediatica influisce fin troppo sul fare e sul pensare politico del centrodestra italiano. E questa persona è il direttore del Giornale, Vittorio Feltri». Del resto a Mirabello si respira un'aria decisamente anti-Pdl. Non a caso sono stati invitati, come relatori, esponenti Pd, Udc, radicali: tutti applauditi. Invece nessun ospite Pdl e Lega. Il bello è che tutti, da Angela Napoli a Enzo Raisi hanno esordito, aprendo la festa, sostenendo che il governo non si tocca e bisognerà trovare un gentlement's agreement coi pidiellini. Poi, però, viene premuto il grilletto. E dall'altra parte rispondono per le rime: «Che tristezza», chiosa Alberto Balboni, senatore e coordinatore Pdl a Ferrara, «una festa in cui si condividono i matrimoni gay, il voto agli immigrati, la caduta di Berlusconi a favore di un governo tecnico...». Ma i volontari alzano le spalle e continuano a lavorare, il parroco ha detto sì e quindi c'è da montare il palco, vicino alla?chiesa, su cui si potrà seguire all'esterno il discorso di Fini (domenica ore 19), poi l'avviso da recapitare ai parlamentari finiani («non ci sarà rimborso-spese, nemmeno il conto dell'hotel») e infine da accogliere le ragazze, aspiranti-miss Tricolore. «Vuole scommettere?» dice Enrico Brandani, uno degli organizzatori. «Miss Tricolore sarà più bella di miss Padania».
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