Mirabelli: il Colle da solo può decidere? Ora è un’ipotesi

Dalla Rassegna stampa

Solo in presenza di circostanze date, condivise dai presidenti di Camera e Senato, il potere di sciogliere le Camere è prerogativa tipicamente presidenziale che viene esercitata dal capo dello Stato - non per arbitrio ma per la sua funzione di garante delle istituzioni - anche in assenza del concorso della volontà del capo del governo. Il quale deve controfirmare il decreto di scioglimento altrimenti innescherebbe un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale.
 
Questo è lo scenario drammatico - ma per fortuna ancora solo teorico, anche perché «quelle condizioni date per ora non sussistono» - tracciato dal professor Cesare Mirabelli, già presidente della Consulta, che però alza una barriera prudenziale prima di continuare: «Quella di Napolitano («Basta con i contrasti, altrimenti la legislatura è a rischio») non è l’indicazione di un orientamento, ma solo un allarme rivolto a tutti. Per cui non è buona cosa drammatizzare perché si rischia di tracciare delle corsie obbligate che poi qualcuno dovrebbe percorrere».
 
Perché il presidente della Repubblica - a condizioni date - ha questo potere? «Lo ha come organo di garanzia e di soluzione delle crisi che non possono essere altrimenti risolte». Ma è pure vero che oggi, almeno stando ai numeri, il Parlamento sulla carta è in grado di funzionare: «Allora, non c’è problema... Ma questo non significa che, in astratto, non si possano verificare situazioni nelle quali, pur in assenza di una sfiducia al governo, ci sia uno scenario istituzionale di non funzionamento delle Camere o di complessiva paralisi del governo. Ripeto, non nelle condizioni attuali, ma nello scenario descritto si giustificherebbe, forse, un ricorso al corpo elettorale».

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