E il ministro Romano va in missione dai Radicali

Dalla Rassegna stampa

Il ministro all'Agricoltura Saverio Romano corteggia i Radicali. Una settimana fa, alla Camera dei Deputati, Romano ha subito, affrontato e vinto (315 voti contro 294) una mozione di sfiducia, avanzata da Pd e Idv, nei suoi confronti, i quali lo ritenevano indegno di fare il ministro a causa di un rinvio a giudizio per mafia. Solo che ai 294 voti delle opposizioni e al netto di assenze più o meno giustificate, mancavano sei voti, quelli dei Radicali. I quali, con un colpo di cui sono da sempre maestri, si alzavano in aula, senza aver prima avvertito il gruppo di cui fanno parte sotto forma di delegazione, il Pd, e al grido di «Amnistia!» rifiutavano di votare la sfiducia a Romano. Ne seguì una levata di scudi in casa Pd, dove si disse che, se non bisognava cacciarli, Saverio Romano quantomeno bisognava severamente sanzionarli, i Radicali. Solo che un po' perché il Pd scoprì che i sei sì erano già autosospesi dal gruppo (da un anno), e un po' perché il gruppo democrat alla Camera ha preferito ributtare la palla al partito (che l'ha ributtata al gruppo), la cosa pareva morta li.

E invece, ecco che si scopre, in pieno Transatlantico, che Romano ieri sera ha avuto un lungo e cordiale colloquio proprio con la pattuglia radicale, presente il leader Marco Pannella. Romano già prima dell'incontro faceva sapere che avrebbe firmato la proposta radicale su indulto e amnistia, poi va a Torre Argentina (sede dei Radicali). Il primo tempo della chiacchierata si consuma sulle carceri, un chiodo fisso per Pannella. Poi Romano dice: «Voi siete censurati ma siete più visibili di quanto immaginiate. La forza delle vostre battaglie va oltre la censura». Il secondo tempo, dunque, è sulla censura. Pannella, ovvio, annuisce e rilancia: «Siamo ben oltre, la censura». Infine la legge elettorale, tra richiami a don Sturzo e passaggi su referendum e Mattarellum. Cosa sortirà, in un prossimo futuro, da tale incontro? «Se son rose fioriranno», sorride Romano ai suoi. Non è escluso che il ministro pensi a una prossima maggioranza di governo allargata ai sei radicali.

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