Il ministero dimenticato

Dalla Rassegna stampa

 

Sei mesi fa il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola rassegnava le dimissioni. Da sei mesi la responsabilità dell'industria, come un tempo si chiamava il dicastero, risulta non assegnata. Certo c'è stata la crisi che ha spaccato la maggioranza e ha complicato terribilmente tutte le nomine. Certo l'interim del ministero è stato avocato direttamente dal presidente del Consiglio. Ma l'Italia può permettersi davvero dì rimanere senza un responsabile dello sviluppo economico? In questo momento ci sono oltre 600 tavoli di crisi aperti, c'è la necessità di trovare il bandolo della ripresa, ci sono questioni spinose aperte che riguardano tutto il sistema industriale.
La vicenda Fiat, per esempio, che è stata scandagliata fin nei dettagli per l'aspetto delle relazioni sindacali, presenta un versante di attrattività in Italia degli investimenti esteri. E il Sud? Il nucleare? Settembre riporta l'attività di governo in carreggiata. O almeno, crisi permettendo, dovrebbe. Il ministero per lo sviluppo serve per dare un interlocutore certo ai protagonisti della vita economica. Se si è deciso che non serve, bisognerebbe riassegnare le competenze. Se non serve e basta, non se ne parli più. Non sarebbe la prima cosa insensata in questo paese.

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