Le mille luci di Radio Radicale

Dalla Rassegna stampa

Radicali-Formigoni uno a zero. Felicitazioni vivissime a Marco Cappato, Lorenzo Lipparini e Marco Pannella, i tre radicali a cui il Celeste dovrà versare rispettivamente 30mila, 30mila e 50mila euro (oltre a pagare una multa di 900 euro). Una bella sentenza.
Stappiamo dunque una bottiglia con loro e brindiamo alla sentenza che ha condannato il Governatore per diffamazione. Ricordate? Formigoni accusò i radicali di un complotto «per escludere in maniera fraudolenta il centrodestra» dalle elezioni regionali del 2010 e ventilato la possibilità che avessero manipolato le firme durante le operazioni di controllo delle stesse, quando è proprio lui sospettato (c'è un processo in corso) di aver falsificato le firme per la presentazione della sua lista. Palla al centro, dunque, anche se non è certo questa la partita più importante per un uomo impelagato in ben altri scandali.
Comunque, 110mila euro sono meglio di niente. Serviranno – conoscendo i radicali – a promuovere altre iniziative politiche e dunque a rafforzare il dibattito democratico. Bene.
Poi però sono in arrivo altri soldi, e in quantità molto superiore. Più che leciti. Anzi: dovuti. Si tratta della famosa convenzione in base alla quale lo stato deve versare annualmente 10 milioni a Radio Radicale per la garanzia delle dirette di camera e senato, servizio che meritoriamente l'emittente fornisce da anni, anche se non più in splendida solitudine: a garantire il medesimo servizio c'è la Rai col suo Gr Parlamento, che però per ragioni che non staremo qui a indagare non è mai riuscita a decollare pienamente.
La querelle è dunque antica: è razionale che il medesimo servizio venga fornito dalla Rai e da un'emittente privata, con evidente aggravio di spesa per lo stato? Ma oggi il punto è ancora un altro. Il settore dell'editoria e dell'emittenza radiofonica privata è in grandissima difficoltà, e se c'è una cosa sbagliata è farsi la guerra fra poveri. Però, come ha scritto ieri Avvenire, «mentre i giornali di idee fanno i conti con il taglio drastico dei contributi l'emittente incassa 10 milioni»: e possiamo notarlo bene noi di Europa, costretti a ridurre pagine e centri stampa (ma faremo presto una scelta più di sistema, privilegiando l'online).
Quello che infine non può non colpire è il fatto che governo e parlamento taglino ovunque, finanche prevedendo strade più buie pur di risparmiare. Tranne che a via di Torre Argentina: lì le luci possono restare accese.

 

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