“Mille euro al giorno di rimborsi fasulli al consigliere”

Dalla Rassegna stampa

Costi della politica e tagli: corsa contro il tempo. Anche in Piemonte, dove l’onda d’urto del caso-Polverini spinge maggioranza e opposizione a una nuova e più robusta cura dimagrante dopo quella avviata nel 2011 (vedi l’abrogazione del vitalizio per i consiglieri a fine mandato, prevista dalla prossima legislatura). Terreno delicato, sul quale ieri sono atterrate come un macigno le dichiarazioni di Roberto Rosso, onorevole ed ex-vicepresidente della giunta Cota in quota Pdl, non nuovo a uscite deflagranti seguite da smentite o mezze smentite altrettanto repentine. Accadde davvero che un consigliere regionale, invitato illo tempore dall’onorevole nella sua casa di Sestriere, si facesse pagare la settimana bianca dai contribuenti autocertificando impegni istituzionali fasulli. Nè Rosso intende rivelarne il nome. Ma il truffatore non risiede a San Germano Vercellese, come riferito durante una trasmissione televisiva.  
 
Precisazione non trascurabile, dato che Luca Pedrale, capogruppo Pdl e unico consigliere regionale dell’attuale legislatura residente a San Germano, ha smentito recisamente, invitando Rosso a fare il nome di “mister x”: «Gli dò ventiquattr’ore, poi chiederò a Cota e Cattaneo di querelarlo per diffamazione». Aldo Reschigna, capogruppo Pd, chiede di segnalare il caso alla Camera dei deputati, cui Rosso appartiene. 
Nel pomeriggio, parziale retromarcia dell’interessato: il “furbetto del rimborso” - ora confinato «nel passato della Regione» (stando al tam-tam, in Consiglio le tracce porterebbero alla legislatura 2000-2005) - resta anonimo, ma Pedrale non c’entra nulla e San Germano è stato citato «per comodità tra i molti comuni piemontesi». Così è scritto nella lettera di scuse inviata a Roberto Cota e Valerio Cattaneo. In compenso Rosso rilancia, invitando a controllare i rimborsi dei consiglieri dello scorso agosto: «A quanto risulta, nessuno è andato in vacanza, tutti in missione». Della serie: così fan molti. Lapidari Ghigo e Ghiglia: «Ha perso un'occasione per tacere». 
 
Insomma: la commedia degli equivoci, e delle illazioni. Una commedia che però trova facile ispirazione nei “benefit” dei consiglieri: indennità di presenza, effettiva e forfettaria, rimborsi chilometrici, effettivi e forfettari pure quelli, voli aerei in Italia e nei Paesi dell’Unione Europea. Per tacere delle autocertificazioni, che talora possono essersi prestati ad abusi. Nulla di paragonabile a quanto ha terremotato la giunta Polverini e il Consiglio del Lazio, sia chiaro. Ma anche in Piemonte esistono margini sul fronte del risparmio e della trasparenza. Davide Bono, Movimento 5 Stelle, approfitta dell’assist di Rosso per caricare: «Più che pensare a querele, Pedrale renda pubbliche le sue autocertificazioni dal 2001 ad oggi. Il nostro gruppo non ne ha mai usufruito». Monica Cerutti, Sel, sollecita l’Anagrafe degli eletti. Andrea Stara, Insieme per Bresso, chiede che il personale dei gruppi venga attinto dai dipendenti regionali. Cattaneo è favorevole a rendere pubbliche le autocertificazioni dei consiglieri: vale per questa legislatura e per la precedente. Temi discussi nella capigruppo, presente Cota: «La riduzione delle spese del bilancio della Regione deve andare di pari passo con quello del Consiglio: bisogna ancorare i costi alla media delle Regioni più virtuose». 
 
Una svolta è attesa per oggi. L’Ufficio di presidenza firmerà la proposta di legge per abolire le autocertificazioni e i voli aerei nell’Unione Europea, oltre a ridurre quelli in Italia. Nel pacchetto è compresa la certificazione dei bilanci dei gruppi. Proposta che domani approderà in commissione e martedì in Aula. Cattaneo va oltre e punta a dimezzare o quantomeno ridurre del 25-30% i fondi ai gruppi. Ma questa sarà un’altra partita. 

© 2012 La Stampa. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK